Libri per cercatori d’oro
C’è una tecnica giapponese che si chiama kintsugi e letteralmente significa “riparare con l’oro”.
Quando una ceramica si rompe, la crepa viene riempita con oro liquido e resa così unica.
Anche nei romanzi ci sono crepe, luoghi misteriosi dove le parole non arrivano. Sono interruzioni, omissioni e silenzi, le lacune di cui parla Nicola Giardini nel suo saggio sul non detto (Lacuna, Einaudi 2014). Sono i luoghi in cui lo scrittore semina un segreto per il lettore.
Kazuo Ishiguro è un maestro di questi vuoti e non detti. I suoi personaggi si muovono silenziosi. Come il Mr. Stevens di Quel che resta del giorno (Einaudi 2005), preciso tanto nel lucidare l’argenteria quanto nel cancellare l’amore di Miss Kenton. Si muovono senza far rumore in scenari riccamente descritti ma mai ridondanti, che appaiono dannatamente normali, come il collegio di Hailsham, per poi rivelarsi, proprio attraverso un magistrale gioco di non detti, molto diversi (si parla di Non lasciarmi, Einaudi 2006).
Ishiguro sa quando illuminare e quando mettere in ombra perché costruire il buio, architettare la crepa, seminare lacune, chiama il lettore a collaborare.
Perché è per il lettore che lo scrittore ha in serbo segreti.
E chissà che proprio lì, nell’omissione e nella crepa, non brilli d’oro una verità che può essere scoperta insieme.
Kazuo Ishiguro è #primalCircolo giovedì 10 settembre alle ore 21 per parlare del suo ultimo libro, Il gigante sepolto (Einaudi 2015).