Umano. Variazioni sul tema
Torino Spiritualità #cercailsignificato.
È il luogo per cercare il senso dell’essere e della contemporaneità.
Quest’anno l’oggetto dell’indagine è proprio colui che cerca, che pone le domande.
Siamo noi. Di cosa siamo fatti, noi? Cosa ci dà forma?
Ma soprattutto: che cosa ci manca?
Guardandoci intorno, gli specchi, deformanti e non, in cui guardarsi, e i luoghi, più o meno rassicuranti,
in cui trovare compagni di viaggio, sono infiniti. Nelle pagine dei romanzi, nelle serie tv, al cinema, per esempio. Siamo subito Elizabeth Bennett che mette da parte il proprio pregiudizio per diventare la signora Darcy, ma anche Walter White quando si mette il cappellino da Heinsenberg. Viviamo momenti in cui tutto sembra cambiare e poi cambia per sempre, come Matteo, il protagonista di Amore mio infinito di Aldo Nove (Einaudi Stile libero 2000) e momenti in cui, alla fine, soprattutto insieme agli amici più squilibrati, vinciamo. Eccome se vinciamo. Alle volte scegliamo onestà e coerenza insieme a Simone De Beauvoir in Memorie di una ragazza perbene (Einaudi 2005), ma capita che ci concediamo vizi e dissolutezze tra stanze in affitto, furti, risse e whisky con Henry Chinaski, (Panino al prosciutto, Guanda 2006). E per finire, e non di rado, siamo anche così.
Torino Spiritualità parla di questo, di come costruiamo noi stessi, aggiungendo, esperienza dopo esperienza, un ingrediente al nostro impasto umano, per poi magari scoprirci diversi. Come alcuni finali ci lasciano sorpresi, anche noi possiamo essere una sorpresa per noi stessi. E con i piedi ben piantati a terra, ammirare le stelle.
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