PAROLE IN SCENA #2

Dopo Materia e Libertà, le parole a confronto per la lezione-spettacolo di Antonio Pascale, Amedeo Balbi e Riccardo Sinigallia, ne abbiamo prese altre quattro.
Sono quelle che fanno da filo rosso a L’insostenibile leggerezza dell’essere con Fabrizio Bentivoglio.
E a Non dirlo, il titolo alla riflessione sul Vangelo di Marco di Sandro Veronesi .
(Tutte targate Torino Spiritualità, che comincia oggi!)

NB. Queste parole compongono un piccolo racconto, un tantino struggente.

3. INSOSTENIBILE /in·so·ste·nì·bi·le/ agg.
Ci sono volte in cui non posso resisterti e volte in cui non posso nemmeno dimostrare che ci sei.
Altre volte il tuo pensiero è assurdo. È falso. È irragionevole. Non si può contenere.
E il tuo pensiero, così fatto, non è possibile difenderlo se ne parlo, né sul piano della correttezza logica né della validità delle argomentazioni. Sei insostenibile.
Ma tutti abbiamo bisogno che qualcuno ci guardi.

4. LEGGEREZZA /leg·ge·réz·za/ s. f.
E non ho peso, provo un’innata delicatezza. Quando i piedi si sollevano da terra succede che perdo il controllo ed eccedo in frivolezze. Ti appaio superficiale, cedo a un’azione sconsiderata e imprudente. Avventata. Ma è solo perché ci siamo costruiti un inferno intorno, anche se ci vogliamo bene.

5. ESSERE /ès·se·re/ intran.
E quando le cose vanno così, vorrei essere pura essenza, al di là delle determinazioni di tempo e di spazio. E sono la tua ombra, ti seguo ovunque, ma col pensiero. E vorrei che l’amore che provo fosse disinteressato, come Tereza non vuole nulla da Karenin. Non vuole nemmeno l’amore.
È che, forse, non siamo capaci di amare perché desideriamo di più essere amati.
È vero, voglio sempre di più da te, non solo la tua presenza.

6. NON /nón/ avv.
È un capovolgimento. Dico che non guardo, ma guardo. Dico che non voglio, ma voglio. Dico che non accetto, e quindi rifiuto, ma non è vero. Se non parlo, vuol dire che taccio. È una costrizione, però. Se resisto e non lo dico, vuol dire che conservo il nostro segreto.

7. DIRLO /dì·re/
Non posso articolare con la voce quello che penso. Voglio che rimanga nascosto.
Se compio un gesto, che sia dimenticato. Non dirlo, ripeti, non dirlo a voce alta. Ma puoi sussurrarlo, ma solo piano. Perché non voglio che lasci alcuna traccia.


Canzoni consigliate: una nostalgica, e quindi Jacques Brel.
E una più gioiosa: Edith Piaf, così andiamo sul sicuro.