#ToSp2015_ L’IMPERFETTA ARMONIA
Il Requiem svela come paure e speranze, credenze e fedi di ogni tempo, si fondano in un’unica preghiera. Quella per chiedere aiuto ad uno stesso Dio e per ottenere una stessa pietà. Perché, davanti alla morte, non vi è più alcuna differenza: chiamiamo Davide come la Sibilla, e il Tartaro e il sacrificio di Abramo.
Sincretismo religioso: è questo che caratterizza maggiormente il più celebre dei canti funebri. La mescolanza di fedi e religioni diviene in musica unione di voci, espressa attraverso il coro, poiché “morte e umanità non sono temi per voce sola”, in quanto “solo una moltitudine di voci può raccontare il mistero della vita e della morte”.
È quel “impasto umano che chiamiamo armonia”.
È l’impasto umano che per troppo tempo abbiamo invece voluto rappresentare come il frutto di un solo ingrediente, oscurando la pluralità di voci che tentavano di emergere, mettendo a tacere il sincretismo religioso che attraverso le parole di Michela Murgia si è invece riscoperto il cuore di quest’opera immortale.
Costanza Franceschini