BREVE REPERTORIO DI MATTI FAMOSI
C’è una cosa strana che è successa a Torino e in altre città d’Italia (Bologna, Milano, Roma, Cagliari e arriveranno Parma, Firenze e Adria). Un gruppo di persone si è messo lì, d’impegno, a pensare ai matti che ha incontrato nella vita, di cui ha sentito parlare, oppure ha letto. Con loro c’era sempre Paolo Nori. A lui è venuto in mente di repertoriare queste storie in libri, ispirato da Roberto Alajmo e il suo Repertorio dei pazzi della città di Palermo. Perché, come c’è scritto nell’introduzione di un altro libro, a cura di Alajmo:
Forse ogni città dovrebbe possedere un repertorio dei pazzi,
così come di ogni città esistono le guide dei ristoranti e degli alberghi.
E visto che “tutto mondo è pieno di gente strana, e forse anche te sei un po’ strano” e pure noi siamo un po’ strani, per divertici abbiamo repertoriato qualche matto famoso. Della letteratura, e non solo. Si tratta di indovinare di chi si parla, alcuni sono facili, altri facilissimi, qualcuno difficile, nessuno difficilissimo.
Il Repertorio dei matti della città di Torino (Marcos y Marcos) lo presentiamo al Circolo il primo ottobre alle 21. Con Paolo Nori, ovviamente. E gli autori.
Qui i nostri matti:
1. Una non faceva altro che scrivere gialli. Se le dicevano, Scrivi qualcos’altro, lei rispondeva di no. E mai una volta che si sedesse alla scrivania. A quella che non faceva altro che scrivere gialli piaceva scrivere i gialli sui treni, sulle panchine, nelle stanze d’albergo, al bar. Mai una volta che qualcuno l’abbia vista alla scrivania, mai.
2. C’era quello che faceva di lavoro l’ingegnere elettronico e non la smetteva mai di fare l’ingegnere elettronico. Lavorava venti ore al giorno, quindi per dormire gliene rimanevano solo quattro, e dormiva pure male.
3. Uno è nato nel 1987 nell’Ohio ed era l’ultimo di sette fratelli. È diventato un inventore, ha pure battuto il record di brevetti. Questo qui, che è nato nell’Ohio, ultimo di sette fratelli, quando è diventato inventore e non ce la faceva più a inventare tutto da solo, ha cominciato a scegliere dei collaboratori. Per sceglierli li invitava a mangiare un piatto di zuppa. Se aggiungevano il sale nella zuppa, allora lui li scartava.
4. C’era quello che faceva lo scrittore, era grasso e portava i baffi. Per diventare il maestro del romanzo realista francese ha bevuto ben cinquanta tazzine di caffè al giorno.
5. Uno, quello che ha vinto il Premio Nobel per la fisica nel 1921, era solito commuoversi quando ascoltava musica classica. Ma non solo l’ascoltava, lui la componeva e suonava pure. E faceva anche birdwatching. Solo che la musica gli piaceva così tanto che quando osservava gli uccelli non poteva fare a meno di suonare anche il violino, e poi piangeva. E probabilmente faceva anche volar via gli uccelli.
6. Uno diceva che Torino era la sua città preferita. Quando andava al mercato era convinto che gli vendessero l’uva migliore. Quando andava a teatro era convinto di ascoltare la musica migliore. Quando andava al caffè sotto casa era convinto che quello era il caffè migliore. Era tutto così migliore che anche lui ha cominciato a sentirsi il migliore, e allora ha scritto un libro che si intitola Ecce Homo, e ha cominciato a firmarsi Dioniso. Qualcuno pensa che lo fosse davvero, il migliore.
Un po’ di canzoni sui matti.
CCCP, Curami. E Emilia paranoica.
Il matto di Guccini e quello di De Andrè.
Jenny è pazza di Vasco. E La ballata per un matto di Modugno.
Gli autori dei matti di Torino sono Monica Bedana, Donatella Bosio, Francesco Caligaris, Gabriella Dal Lago, Diego Finelli, Mariangela Fassino, Sara Fiorillo, Giovanni Frigione, Luciano Minasso, Pino Pace, Monica Rasino, Paola Restagno, Luca Vallese, Giorgio Viarengo e Sharon Zanni.