IL DIZIONARIO SENTIMENTALE DI TORINO SPIRITUALITÀ

Torino Spiritualità finito ieri sera. E noi ci siamo divertiti.
Sono cinque giorni in cui il Circolo diventa il luogo di una riflessione profonda e importante. In cui si pongono domande a Dio, ma soprattutto agli uomini. E per fissare nella memoria questa 11. edizione dedicata all’Impasto Umano abbiamo chiesto a qualche ospite di regalarci la propria definizione di un ingrediente che compone noi e il nostro impasto. Il libro che ci ha ispirato è uscito per Fandango nel 2008: si chiama Dizionario affettivo della lingua italiana, curato da Matteo B. Bianchi in collaborazione con Giorgio Vasta. In quelle pagine, poeti e scrittori sono stati chiamati a dare la definizione della loro parola più amata, e noi abbiamo fatto un po’ così e un po’ no. Eccole.


 

Michela Murgia. IMPERFEZIONE
L’imperfezione è un privilegio di prospettiva. Appartiene solo a chi rinuncia a considerarsi l’unica misura di se stesso.


 

Mauro Covacich. MANCANZA
La mancanza è la casella vuota che tiene in movimento il gioco. Senza mancanza saremmo incatramati in un tutto pieno dove l’unica cosa a mancare sarebbe la vita.


 

Antonio Pascale. BELLEZZA
Tutto quello che può servire a:
a) aumentare la fitness: la coda del pavone è bella per la pavona (che tra l’altro è di gusti difficili);
b) a lasciare memoria di noi (qui sono importanti gli umori del momento e i gusti personali);
c) quello che ci ricorda il nostro passato remoto (valgono sia i ricordi dei cacciatori/raccoglitori, l’insieme dei seguenti elementi: un sentiero, un lago, un albero, alcune montagne, sono considerati universalmente belli) sia quello recente (l’umana tendenza ad abbellire pericolosamente il passato);
d) tutto quello che porta dalla stasi al movimento, dal il mito alla realtà, in questo ultimo caso la bellezza si concilia con l’inquietudine e la tensione emotiva: per esempio meravigliosamente bella è l’immagine di una ragazza nuda davanti: allo specchio con lunghi capelli rossi (una sirena mitologica) se a questa si aggiunge il desiderio di stringerla a sè (dunque di rompere l’immagine per integrarla di un movimento nuovo).


 

Pietrangelo Buttafuoco. FANTASMI
Dicesi “fantasmi” di esseri del non essere più qualunque cosa. Dimenticati nel di qua dove non hanno altro vestito che un sudario, abbandonati nel di qua, appunto, dove altro destino non hanno che il cercarsi una via di fuga per l’aldilà, essi prediligono mimetizzarsi nella fuliggine, tra le muffe, la polvere e finanche tra le ragnatele pur di non farsi inghiottire dal divenire (capace solo di trasformarli – loro che sono creature dell’eterno – in astrazioni o, peggio, fantasie). Il fantasma in sé, invece, ovvero quel segreto che alberga in ciascuno, altro non è che l’alito dell’anima. Se resta sulla terra gli è perché ha ancora qualcosa da fare.


 

Salvatore Striano. LIBERTÀ
La libertà è un parola pericolosa. Ognuno vive la libertà a modo suo per questo bisogna stare attenti anche solo se diamo un calcio ad un sasso, perché, magari, quel sasso è la libertà di qualcuno. Alcuni hanno una libertà così grande che non ti puoi avvicinare nemmeno per dargli una pacca sulla spalla, altri invece hanno una libertà così piccola che se la tengono in bocca. Bisogna fare attenzione perché se a questi ultimi dai una pacca sulla spalla più forte… potrebbero ingoiarsela… la libertà.


 

Maurizio Torchio. OMBRA
Per un’ombra ben definita e nera, buia al 100%, occorre un’unica sorgente di luce, puntiforme, e assenza di atmosfera. Bisogna andare nello spazio, lasciare la terra, e ancora non basta. Nei posti dove si respira le ombre sono più confuse. Nei posti chiusi diventano quasi invisibili e si ha paura di perderle, di non avere più spessore. Di non avere più nulla capace di opporsi alla luce.


 

Michela Marzano. PUREZZA
In senso generale, la purezza rinvia all’integrità, all’onestà, alla castità. Da sempre associata all’anima, la purezza è stata spesso contrapposta alla pesantezza e all’impurità del corpo. Dimenticando così che non c’è umanità senza mescolanza. E che in ognuno di noi « puro» e « impuro », « spirito » e « materia », « bene » e « male » sono sempre inseparabili.


 

Nadia Fusini. POLVERE
L’uomo è la quintessenza della polvere, dice Amleto.
Eppure, creazione mirabile!


 

Suor Giuliana Galli. SEMPLICITÀ
Semplicità: se la definisci la chiudi in cerchio stretto, se tenti di descriverla, non riesci a trovare le parole che potrebbero esprimerla. È più di quanto dici. Ma se incontri uno sguardo, se entri in un dialogo agile, nonostante le differenze di opinioni, incominci a capire che cosa è la semplicità.


 

Riccardo Sinigallia. MELODIA
Per me la melodia è la vibrazione del respiro,
quella che alcuni definiscono il canto dell’anima,
quindi – se onesta – sempre una rivelazione.


 

Cristina Gabetti. GENTILEZZA
La gentilezza è un insieme armonico di parole, gesti, sguardi.
È una chiave per entrare in risonanza con l’altro.



Jonathan Gottschall. VIOLENZA
Violenza? Non è ovvio? La violenza è necessariamente aggressiva e non consensuale. E prevede una vittima. Sul ring può essere pericolosa, può essere insanguinata, ma è consensuale e non prevede che ci sia una vittima. Quindi è una violenza strana, non è proprio violenza, ma è più combattimento. Perché non ci sono le emozioni della violenza. Se tu sei sul ring durante un incontro e ricevi un pugno in faccia, magari anche forte, ma senza nessuna delle emozioni negative che di solito arrivano insieme al pugno in faccia, non hai bisogno di essere arrabbiato, non hai paura che la tua vita sia in pericolo. È strano combattere senza rabbia, senza cattiveria. Questo è il mio modo di rispondere alla domanda.


E infine, con Amedeo Balbi, guardiamo le stelle.
STELLE

Senza le stelle, il tempo e lo spazio sarebbero un’infinita distesa buia e vuota. Dentro di loro si sono formati gli elementi di cui è fatto tutto quello che vediamo, inclusi noi stessi. Quando le guardo, vedo il luogo da cui veniamo, e non riesco a fare a meno di immaginare gli innumerevoli altri mondi a cui danno la luce.


Perché la NOTTE è:

“una ragazza così gentile, carina e bella, che quando arriva, grazie alla sua profondità serena, vediamo il Firmamento di cui siamo figli. (Dario Voltolini)