MATTEO CACCIA: VIVA UGO CORNIA!
Ho incontrato Ugo Cornia nella sala colazioni di un hotel in Toscana, nell’estate di due anni fa, durante un festival.
Il mio cane, che si chiama Ugo, stava facendo confusione tra i tavoli e attirò l’attenzione dei presenti che per lo più erano tutti lì per le attività del festival. Ad un tratto Ugo Cornia, senza accennare al fatto che fosse un omonimo del cane, raccontò del cane di sua sorella. Disse che era un cane matto perché, se facevi un certo movimento, ti mordeva anche se nessuno sapeva di quale movimento di trattasse.Avevo già letto Quasi amore e avevo riso tanto senza sapere il perché.Le poche volte che l’ho incontrato ho sempre cercato di sapere cose della sua vita, le storie sulla sorella o sulla zia, ho sempre cercato di chiedergli cose di vita di tutti i giorni, perché, la sua cadenza modenese, il suo modo di raccontare, restituiscono una semplicità di lettura del mondo che gettano una luce diversa anche sulla mia quotidianità.Credo che Ugo Cornia abbia una scrittura umoristica senza volerlo, che ti colpisce dopo che hai sospirato per un’immagine nitida e cristallina senza mai essere stucchevole, e una secondo dopo ti fa reclinare la testa dal ridere.Sono socievole fino all’eccesso – Vita di Montaigne – è un libro che, erroneamente, ho letto come fosse un’autobiografia.Cornia non è Montaigne e non ci prova nemmeno ad esserlo, e son sicuro che se leggesse queste parole si farebbe una bella risata.I suoi libri e le sue chiacchiere, per motivi diversi, sono una gioia per le orecchie e lo spirito, sono raffinati senza essere antipatici, sono delicati e gioiosi e soprattutto non si prendono mai troppo sul serio.Viva Ugo Cornia.
Ecco, sì, viva Ugo Cornia.
Il perché ce l’ha spiegato Matteo Caccia, autore e conduttore radiofonico – tra i suoi programmi, Una vita su Radio2, Voi siete qui su Radio24, adesso è in onda con Pascal. Storie, persone, meteorologia, dal lunedì al venerdì alle 19 su Radio2, (qui c’è una bella raccolta di podcast) – e non c’è molto da aggiungere. Dialogano insieme al Circolo, lui e lo scrittore modenese, che è in giro a parlare di Montaigne, qui trovate tutti gli appuntamenti.
E qui sotto qualche nota al testo, come consigli di lettura.
Il perché ce l’ha spiegato Matteo Caccia, autore e conduttore radiofonico – tra i suoi programmi, Una vita su Radio2, Voi siete qui su Radio24, adesso è in onda con Pascal. Storie, persone, meteorologia, dal lunedì al venerdì alle 19 su Radio2, (qui c’è una bella raccolta di podcast) – e non c’è molto da aggiungere. Dialogano insieme al Circolo, lui e lo scrittore modenese, che è in giro a parlare di Montaigne, qui trovate tutti gli appuntamenti.
E qui sotto qualche nota al testo, come consigli di lettura.
1. Quasi amore è il secondo libro di Ugo Cornia, pubblicato per Sellerio. Racconta di cosa succede alle cose quando due persone si innamorano. Sì, perché quando due persone si innamorano anche le cose cambiano, intorno a loro. Inizia così: “Per un periodo piuttosto lungo non sono riuscito a fare una vita ideale, anche se non so il perché.” Trovano molto spazio le automobili che passano. E il guardarle. E una serie di ossessioni ridicole e divertenti.
2. Le storie di mia zia (e altri parenti) sono “storie che spigolano dentro la mente umana, dentro le nostre speranze e, con luminosa e sagace leggerezza, sanno essere innamorate della vita, della sua cialtroneria, della sua approssimazione”.
3. Una scrittura umoristica, ma senza volerlo. Ecco qui un esempio.
4. Lo scrive Learco Pignagnoli (anzi no, lo scrive Daniele Benati), e non si può che essere d’accordo: il mondo è pieno di gente strana. E così si chiama la collana di cui fa parte Sono socievole fino all’eccesso, il libro di Ugo Cornia che fa compagnia a quello di Fausto Malcovati, Il medico, la moglie, l’amante su Čechov. Era da un po’ che ce l’avevano in mente, Marcos y Marcos e Paolo Nori. Si sono ispirati a Vite di uomini illustri, la celebre collana russa diretta da Maksim Gor’kij.
5. Ugo Cornia è nato a Modena dove vive. E’ uno di quegli scrittori emiliani “militanti” insieme a Ermanno Cavazzoni e Paolo Nori. Ha scritto su Il Semplice, su Il Diario, sull’Accalappiacani. I suoi libri sono quasi tutti qui.
6. Dice: Non so se scrivere è un po’ un esercizio di buttar via dei se stessi o di creare dei se stessi. Secondo me ti crei dei te stessi, poi dopo un po’ li butti via, un po’ come fai in molte cose.
7. Gruppi emiliani “militanti”: i Nuovi Bogoncelli, a Modena, gli Offlaga Disco Pax, di Reggio Emilia: Robespierre. I Giardini di Mirò di Cavriago.