Non sono un’amante delle armi o dell’odore del napalm la mattina. Però negli ultimi anni ho spiegato ai miei alunni troppe guerre. Balcani, Rwanda, Afghanistan, Iraq, Siria: non sono più nomi di luoghi, purtroppo. Non sono un’amante delle armi però ho letto tre storie di uomini in armi, giovanissimi eroi gettati nell’inferno della guerra e tornati a casa portandosi addosso le ferite che hanno ricevuto e quelle che hanno inferto. Ho scoperto che la guerra è moltissime cose. E la pace a volte è solo l’intervallo di una partita di football.
Giusi Marchetta è scrittrice e insegnante. Al Circolo legge e discute di soldati che tornano a casa nelle guerre di ieri e di oggi attraverso tre libri.
Ho sempre immaginato il sollievo di Odisseo che alla fine del poema torna a Itaca, abbraccia Penelope, guarda il mare dalla spiaggia. Si sente in salvo. Ecco, per la prima volta, tre romanzi moderni mi hanno fatto pensare che quando si torna a casa la storia comincia davvero.
Odisseo è l’eroe nostos, lui ce la fa, nonostante le mille peripezie, nonostante Circe, Calipso e le Sirene.
Nemmeno voleva andare alla guerra. Si finse pazzo quando i compagni lo andarono a cercare: eccolo sulla spiaggia, ad arare la sabbia. Il suo trucco, però, non funzionò e Odisseo venne obbligato a partire. Intanto, la sua assenza nel palazzo ha lasciato lo spazio alla brigata rumorosa di Proci, che insidiano il suo trono. Lui riuscirà a ristabilire la pace attraverso la vendetta, escogitando altri trucchi vincenti, come la trasformazione in vecchio per non farsi riconoscere (solo Argo, il suo cane, sa che lui è il re che è tornato).
Nella narrativa contemporanea, l’eroismo si confronta con la possibilità che il soldato combatta, ingiustamente, in terre innocenti. È il caso dell’Iraq e dei libri che raccontano di giovanissimi arrivati al fronte senza sapere cosa li attendeva. E, tornati a casa, non riescono ad allontanarsi dalle ferite ricevute (e inferte) sul campo, con la guerra come ospite fisso delle loro menti. Come il protagonista di American Sniper di Clint Eastwood con protagonista Bradley Cooper, film tratto dalla storia vera di Chris Kyle, giovane texano che si arruola nei Navy Seal, parte per Falluja e diventa il miglior cecchino che la storia ha conosciuto. Quando torna è perseguitato dalle immagini della guerra, tanto che deve disintossicarsi, come se la guerra fosse una droga terribile, qualcosa che dà senso alla sua vita.
E come il protagonista di Stray Dog, film-documentario di Debra Granik, reduce del Vietnam, che ancora oggi, nonostante tutto, ogni anno, va, con un fiume di compagni motociclisti, fino a Washington, al monumento dei veterani, a leggere il nome degli amici morti. È un film molto commovente che racconta come il passato sia sempre presente.