COME CI SI STANCA PRESTO DI QUALSIASI COSA CHE NON SIA UN LIBRO. ESSERE FAN DI JANE AUSTEN
Ci sono quelli che mimano perfettamente le fattezze di personaggi dei fumetti, e quelli che vanno vestiti da Dark Veder e da Chewbecca alla prima di Star Wars. E ci sono anche quei super romantici, forse nostalgici di un’epoca passata, che hanno eletto Jane Austen a loro eterna eroina e fonte di ispirazione. Si chiamano Janeites.
Il termine è stato usato per la prima volta da George Saintsbury nella prefazione a Orgoglio e Pregiudizio del 1894. Ma anche Kipling lo utilizza, nel racconto intitolato proprio The Jeneites, in italiano I seguaci di Jane, che inizia così:
Jane riposa a Winchester – sia benedetta la sua ombra!
Lode al Signore per averla creata, e a lei per tutto ciò che ha creato!
E finché le pietre di Winchester, o Milsom Street esisteranno,
Gloria, amore e onore a Jane d’Inghilterra!
Eh sì, proprio due uomini sono i primi a esaltare Jane usando questa parola, in barba a chi crede che la scrittrice inglese sia roba da donne. Ammirazione totale, un legame profondo, un voler bene uguale a quello che si prova per un’amica, ecco cosa significa essere Janeite: è come provare una dipendenza vera, per le sue opere, per la sua vita.
In Italia c’è la Jane Austen Society of Italy (JASIT) “un’associazione culturale che promuove in Italia la conoscenza e lo studio di Jane Austen, la sua vita, la sua opera e tutto ciò che è legato ad essa, attraverso qualunque attività utile a realizzare tale scopo, nel nome dell’arricchimento culturale personale e condiviso”. Negli Stati Uniti il fenomeno è diffusissimo. Il gruppo che si chiama The Republic of Pemberley (è la dimora di Darcy in Orgoglio e Pregiudizio) raccoglie lettere, testi, appunti, tutto ciò che un Jeneite può desiderare. Perché essere Jeneite non è solo un’attività passiva, non è solo vestirsi con abiti d’epoca e prendere il té. Essere Jeneite vuol dire anche mettersi sì e scrivere cosa succede a Mister Darcy e Lizzie Bennet dopo il matrimonio, per esempio.
E questo è amore, ovviamente. Per un libro, per una scrittrice che diventa un’eroina.
Canzoni d’amore adeguate:
Heroes di David Bowie
Almeno tu nell’universo di Mia Martini
Il cielo in una stanza di Gino Paoli.