ANCHE LE BALLERINE DI DEGAS TI GUARDANO. A SPASSO PER IL MUSÉE D’ORSAY CON MANUELE FIOR

fumetto [fu-mét-to] s.m.
1 Nuvoletta che racchiude i dialoghi o i pensieri dei personaggi di un disegno: romanzo a fumetti; estens. (spec. pl.), narrazione a disegni in cui il testo scritto è in gran parte limitato a dialoghi essenziali inseriti nelle nuvolette: essere appassionato di fumetti; (al sing.) genere che comprende tale produzione: il f. italiano
2 spreg. Opera narrativa o cinematografica di scarso valore e piuttosto banale, più freq. con l’accr. Fumettone
a. 1942

Questa è la definizione del dizionario Sabatini Coletti. Ma di banale le storie a fumetti non hanno proprio niente. Del romanzo condividono struttura, personaggi, intrigo, e quando le immagini parlano come le parole il racconto è così suggestivo e avvolgente che il lettore vorrebbe entrarci dentro. Alla storia. E non importa che storia: che sia la torbida avventura di adolescenti mutanti di Black Hole (Charles Burns), quella romantica di Blankets (Craig Thompson) o il mondo storto così simile al nostro che il geniale Daniel Clowes disegna e fa parlare in Ice Heaven e Ghost World: le storie a fumetti non hanno niente da invidiare al romanzo.

Ed ecco che qualche giorno fa è tornato in libreria Manuele Fior, che tanto ci è piaciuto con L’intervista La signorina Else e Cinquemila chilometri al secondo (Fauve d’Or 2011 ad Angoulême)Fior è nato a Cesena e ha girato l’Europa, prima Berlino, poi Oslo, infine Parigi. E di quella città ha scelto una porzione speciale per il suo nuovo lavoro, lo spazio magico del Museo d’Orsay.

Il Museo D’Orsay si affaccia sulla Senna, proprio di fronte al Louvre. È una stazione ferroviaria trasformata in museo, è stato anche circo, è stato un parcheggio. Solo due anni per rinnovarla, perché doveva essere pronta per l’Esposizione Universale del 1900. Entrare, dopo la lunga coda, in una giornata di sole, una di quelle rare a Parigi, è tuffarsi nella luce del grande corridoio di vetrate, in un viavai continuo di persone, di occhi che guardano le opere, e di opere che guardano chi passa.

È il museo più bello della città, secondo Manuele Fior, di com’è nato il libro Variazioni D’Orsay ne racconta qui.
E poi viene al Circolo, con le sue tavole, a farci passeggiare tra le opere di Degas, Van Gogh, Manet e Renoir. Come qualche tempo fa sono passati Art Spiegelman, con quel capolavoro di crudeltà che è MAUS, Craig Thompson con il citato BlanketsScott Mc Cloud con Lo Scultore, Alessandro Baronciani – il nostro fumettista indie-romantico-maliconico – e arriverà Zerocalcare, Calcà, il 16 di novembre. Come mappa di romanzi a fumetto non è male.


Una canzone e un consiglio (non c’è Manuele Fior in questo film, ma).