LA FORTUNA, CON TUTTI I SUOI CAPRICCI, NON VA TEMUTA, MA AMATA. TORNA AL CINEMA JAMES BOND CON SPECTRE
L’attacco può arrivare da un momento all’altro.
Il dottor Julius No vuole sabotare le missioni spaziali americane.
Lo scacchista Kroonsten è deciso a rubare il Lektor all’Unione Sovietica, è una macchina per decodificare i crittogrammi. Un multimilionario brama di annientare la riserva aurea degli Stati Uniti a Fort Knox, usando una bomba radioattiva. E una bomba, in questo caso atomica, sta per essere sganciata in territorio inglese e americano, a meno che non si elargiscano ben 100 milioni di sterline ai terroristi.
E poi c’è il sicario intenzionato rubare un hard disk con dentro tutte le identità degli agenti NATO.E oggi? Sì, oggi. Un misterioso messaggio conduce il nostro eroe da Città del Messico fino a Roma, e là c’è, finalmente, SPECTRE, e lui è Bond, James Bond.
Oggi esce l’ultimo capitolo della saga dell’agente segreto inglese, nato dalla penna di Ian Fleming. Dell’Aston Martin che guiderà Daniel Craig nel nuovo film ne esistono solo dieci esemplari. Magari il prossimo episodio lo girerà Christopher Nolan, ma il regista, anche stavolta, è Sam Mandes. La theme song è Writing’s on the Wall. In parte è girato anche a Roma, e poi in Messico, Inghilterra, Austria e Marocco. Il villain è Christoph Waltz, vincitore di due premi Oscar per Bastardi senza gloria e Django Unchained. Dura 148 minuti.
Adelphi ha ripubblicato alcuni libri di Fleming, con delle copertine strepitose. Irresistibili.
L’elaborazione grafica è di Roberto Abbiati, che ha curato, insieme a Matteo Codignola anche quella dell’Adelphiana. Non più le nebbie parigine di Maigret: la casa editrice ha scelto l’eroe violento, che è alle antipodi del commissario di Simenon. L’opera di Flaming riguardante l’agente segreto è stata portata in Italia da Alberto Arbasino e Irene Brin nella collana “Il romanzo mensile”.
James Bond sa sempre cosa fare. In questo film, però, lo vedremo più classico, sempre serafico, ma meno travolgente rispetto al precedente Skyfall. Riprende i dettami dell’iconografia più classica, un po’ più Sean Connery, insomma, e della sua eleganza. In Licenza di uccidere, infatti, l’attore scozzese raggiunge l’apice del suo charme. Non serve essere appassionati di film di spionaggio per amarlo. Abito blu scuro, camicia bianca. Oppure lo smoking, nero con papillon. E quando indossa quello bianco? Con gemelli coordinati e Rolex, ovviamente.
Tanti dettagli portano alla creazione di un mito. Un mito letale.
Ci raccomandiamo, vodka martini, shaken, not stirred.
E ci vediamo al cinema.