NIENTE ROSE, REGALAMI UN LIBRO. PERCHÉ LE DONNE LEGGONO DI PIÙ?

È una domanda vecchia come il mondo, e le risposte possono essere tantissime. Le lettrici, infatti, sono sia dentro sia fuori ai romanzi. Sono Emma Bovary e Anna Karenina, per esempio. La prima legge tra il passaggio di una carrozza e l’altra, la seconda di notte, illuminata dalla luce di una candela. Fuori dalle pagine dei libri, ecco le donne leggere in metropolitana e mentre aspettano il 15, il 56 o il 68 di ogni città. E la sera, sul divano o a letto, la abat-jour e il cellulare silenzioso.

Sono le statistiche a dire che sono più le donne che gli uomini a leggere.
La lettura è in calo, ma le donne salvano i libri, titola La Repubblica.
Perché? Si possono fare delle ipotesi.

Secondo i dati diffusi dall’Istat, infatti, nel 2014 oltre 23 milioni 750 mila persone di 6 anni e più dichiarano di aver letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti l’intervista, per motivi non strettamente scolastici o professionali.
Rispetto al 2013, la quota di lettori di libri è scesa dal 43% al 41,4%.

Le donne, però, leggono. Sono il 48% a leggere al meno un libro all’anno. Qualche tempo fa, La Feltrinelli aveva pubblicato un sondaggio per rispondere a questo quesito. Il 68% aveva risposto: le donne hanno più immaginazione. Sarà per questo? È vero, poi? Mah.

Un’altra risposta potrebbe essere che le donne vogliono arrivare alla fine del libro che hanno scelto, che piaccia o meno, si innamorano più facilmente di un autore e vogliono sapere tutto di lui. Gli uomini invece accumulano libri che poi mica leggono. Ma anche questa sembra un risposta un po’ così, semplice e poco convincente.

Ci sono donne, le consorti di grandi scrittori, che si sono dedicate in modo quasi maniacale ai loro mariti. La moglie di Tolstoj ricopiò Guerra e Pace sette volte. Véra Nabokov passò la vita a rileggere le opere di Vladimir, è stata la sua editrice, traduttrice, in un rapporto simbiotico, lo raccontano i Cani, in questa canzone.

E ci sono le risposte di autrici come Virginia WoolfSimone De Beauvoir.

Le donne hanno avuto più tempo per pensare a se stesse, poiché hanno passato gran parte della propria storia a occuparsi di figli ed economia domestica. E un certo tipo di letteratura, il romanzo borghese, è nato quasi solo per loro.
La stampa periodica, che si sviluppa nel corso del XIX secolo, i quotidiani e i settimanali illustrati, che trattano temi come l’educazione dei figli, moda, buone maniere, e poi il feuilleton, e poi i romanzi popolari, sono proprio per le donne. Si tratta di opere sentimentali, prevalentemente. In Italia ci sono Cordelia, la Contessa Lara, Iolanda, Neera, tutti pseudonimi per scrittrici che, nei loro romanzi, fanno trionfare tutti i valori della società borghese: queste donne, protagoniste di grandi drammi amorosi, ritornano alla fine all’ordine, e ritornano al proprio posto.
Libri per donne pensate leggere, e impossibilitate a emanciparsi. Libri per un’idea di femminilità che è invenzione.
Ma una donna libera è il contrario di una donna leggera, scriveva Simone De Beauvoir, e donne non si nasce, si diventa.
E così, seguendo una massima di Virginia Woolf, le donne, lottando, sono diventate libere. E libere di scegliere i libri che più le incuriosiscono. E diventare quello che vogliono.

Continuerò ad azzardare, a cambiare, ad aprire la mente e gli occhi, rifiutando di lasciarmi incasellare e stereotipare. Ciò che conta è liberare il proprio io: lasciare che trovi le sue dimensioni, che non abbia vincoli.

La domanda rimane aperta, provate a rispondere voi. Perché le donne leggono di più degli uomini?
Qui ci sono dei bellissimi ritratti di #lemielettricidipinte. E qui il progetto di alcuni studenti di Bergamo che hanno fatto rivivere quadri famosi: il titolo è “Le donne che leggono sono pericolose”.


Girls Just Want To Have Fun. Un promemoria di Cindy Lauper.