LE SCARPETTE D’ARGENTO DI ANNA. ABBIAMO LETTO IL NUOVO ROMANZO DI NICCOLÒ AMMANITI

Sì, l’abbiamo letto, e in un solo pomeriggio. Stasera lo aspettiamo al Circolo, Niccolò Ammaniti, con Marco Missiroli. Parleranno di Anna Salemi, la conoscete?

Anna è una Dorothy con gli occhi chiari, la pelle scura e i capelli sporchi. Il tornado che la porta via dal suo mondo di ragazzina è un virus misterioso che, invece di sollevare il tetto del suo casolare di Castellammare, porta via sua mamma, suo papà e tutti gli adulti. Anna-Dorothy non va nel Paese di Oz ma rimane in Sicilia, una Sicilia diversa, perché il tornado che ha fatto ammalare gli adulti, il virus misterioso, ha sparso la sua potenza distruttiva su tutte le cose. Della Sicilia che Anna conosceva nessuno si prende più cura, è un cumulo di distruzione, infestato da mostri.

I mostri non ci sono in realtà. I mostri di Anna sono delle invenzioni. Sono mostri di fumo che seminano morte e fetore, sono mostri immaginari che servono a tener lontano il fratello Astor dai pericoli. Anna, la protagonista del nuovo romanzo di Niccolò Ammaniti, ha una missione, anzi due, connesse l’una con l’altra. Deve proteggere il suo fratellino e, per farlo, deve seguire alla lettera ciò che c’è scritto nel quaderno delle Cose Importanti.

È un quaderno in cui la loro mamma ha scritto, poco prima di morire, tutto ciò che può essere d’aiuto ai due figli: come si cura la febbre, per esempio, e che Astor deve assolutamente tenersi lontano dal mais. Ma anche quanto è fondamentale, per il più piccolo, imparare a leggere in fretta, e poi che l’elettricità non ci sarà più, e quindi devono imparare ad abituarsi al buio.
Maria Grazia, la loro mamma, lascia anche scritto come devono comportarsi, una volta che lei sarà morta. Aspetteranno 100 giorni e poi potranno entrare nella sua stanza. Anzi, solo Anna potrà farlo, perché è lei la depositaria del quaderno delle Cose Importanti. Che passerà al fratello, una volta che lei non ci sarà più.

Sì, anche Anna non ci sarà più, un giorno. Forse. Chissà. Quasi sicuramente sì. La Rossa, così si chiama il virus misterioso che arriva da Belgio, contagia tutti, alla fine. I bambini sono immuni fino a quando non diventano adulti, e adulti si diventa come comanda la biologia. Quattordici anni di vita, più o meno, come i cani. Lo dice Pietro, l’unico amico di Anna.

Non vi raccontiamo tutto, perché il romanzo va letto e lo spoiler è sempre antipatico, non solo per le serie tv e per i film. E il romanzo di Ammaniti ha molto del film, un film dove l’apocalisse è già avvenuta, ed è avvenuta in un luogo che conosciamo, la Sicilia. È piombata in tutti i quei paesini come Cefalù e come Mondello, ha distrutto il teatro Politeama di Palermo. Tanti sono i dettagli che fanno sentire così italiana quell’apocalisse. I bambini cercano la Nutella, il bene più prezioso e subito scomparso, mangiano pelati Cirio direttamente dal barattolo, il dio che Anna si inventa per spaventare Astor e farlo restare in casa si chiama Danone, come il budino di cui ha nostalgia.

Anna-Dorothy non se ne starà ferma a Castellamare, però. Tante sono le leggende che si propagano, proprio come fa il virus, un telefono senza fili. Forse c’è qualcuno che può guarire, forse qualche adulto è rimasto vivo e ha l’antidoto, forse nel continente, in Calabria, qualcosa si è salvato del mondo che c’era prima. Chi lo sa? La speranza è il nuovo virus che contagia anche una ragazzina così dura all’apparenza, come Anna, che ha un sorriso pieno di denti bianchi, ma lo mostra di rado.

Anna sa difendersi dai cani. Sa dove trovare il cibo. Sa non prestare più attenzione ai cadaveri, che osserva, e ne campiona i diversi stadi di putrefazione. Ma Anna è una bambina, che si distrae contando le cose che passano, i gradini, e le macchine bruciate. Anna pensa ai gelati. Canticchia. Adora il pesto alla genovese. È una bambina che diventa grande in un mondo sfatto, ma anche quando si ritrova a dormire su un divano sfondato, in mezzo a topi e scarafaggi, dice a se stessa, ad alta voce, Sto come un pascià.

Anna-Dorothy ha una piccolissima speranza, o forse solo un’idea di speranza. E un cammino da percorrere, insieme al piccolo Astor che parla con lucertole capellone, insieme a un cane, che nel romanzo è un vero e proprio personaggio, dotato di carattere e mordente, e quasi di pensieri, e di un ragazzo, quel Pietro, che indossa un cappello da cowboy quando si incontrano la prima volta.

Niente Paese di Oz, niente trecce e vestitino lindo per Anna-Dorothy. Niente strada di mattoni gialli. Ma il desiderio da esprimere c’è: è trovare quelle Scarpette d’Argento che possono portare lei e la sua banda ovunque, e che nel libro di Niccolò Ammaniti sono delle Adidas Hamburg. Made in China.


Questa la playlist di Anna, ce la regala Ammaniti, è alla fine del romanzo.
Noi ci aggiungiamo una canzone dei Nirvana che dice: Never met a wise man. If so it’s a woman perché Anna è molto saggia, e come dice ancora la canzone, deve trovare una strada, una strada migliore. Si intitola Territorial Pissings.

https://www.youtube.com/watch?v=x6XBlkvTmv8