RICORDARSI TUTTO, ANCHE LA PIÙ PICCOLA COSA. IL TACCUINO DI JANINA TUREK E LE TIME CAPSULES DI ANDY WARHOL

Siamo smemorati, siamo sbadati. In estate perdiamo 25 milioni di euro in oggetti. La Eta Meta Research ha intervistato i bagnini dei lidi italiani: il 59% di noi perde le chiavi della macchina o di casa, il 57% smarrisce i gioielli nella sabbia, il 51% dimentica gli occhiali da sole, e poi ciabatte a non finire, per non parlare dei telefoni cellulari.

Sono una marea le cose che perdiamo nel quotidiano, o che ci sembra di aver perso e poi, con fortuna, ritroviamo. Sono tanti gli oggetti che dimentichiamo e tante sono le azioni che compiamo, “senza aspettarci che lascino traccia nella memoria”. Janina Turek, racconta lo scrittore polacco , ha preso nota di tutto quello che ha fatto, dal 1943 al 2000 “senza interruzioni”. La casalinga di Cracovia “aveva scelto come oggetto delle sue osservazioni proprio ciò che è quotidiano, e che pertanto passa inosservato”:

quante telefonate aveva ricevuto e da parte di chi: 38.196

dove e chi aveva incontrato per caso e salutato con un “buongiorno”: 23.397

quanti appuntamenti aveva fissato: 1.922

quanti regali aveva fatto, a chi e di che genere: 5.817

quanti regali aveva ricevuto: 10.868

quante volte aveva giocato a bridge: 1.500

quante volte aveva giocato a domino: 19

quante volte era andata a teatro: 110

quanti programmi televisivi aveva visto: 70.042

748 quaderni per ricordarsi tutti i ricevimenti, le gite, le serate danzanti, gli oggetti trovati. “Si prendeva pure la briga di annotare gli spot che vedeva in televisione. Per ogni trasmissione specificava se era in bianco e nero o a colori, e su quale apparecchio l’aveva guardata”, scrive Szczygieł in Reality (nottetempo, 2011).

Janina non ha ancora vent’anni quando comincia, e comincia quando il marito viene arrestato dalla Gestapo. Quando ritorna non smette. Szczygieł osserva che Janina Turek non parla mai davvero di sé nei suoi elenchi.

A questo proposito è interessante ciò che ha fatto Andy Warhol con le sue Time Capsules: l’artista ha rinchiuso in varie scatole di cartone tantissimi oggetti. Più di seicento forzieri sigillati e datati all’apparenza promettenti. Ma aprendoli, ecco che si scopre cosa racchiudono: tesori banali e invisibili, oggetti legati a momenti della vita di Warhol, spesso insignificanti, per noi, e per noi indecifrabili.

Come si fa a conoscere qualcuno? Come si fa a farsi conoscere?
Un oggetto smarrito, quando viene ritrovato, non dice granché di chi l’ha perso, come le cose che perdiamo in spiaggia, come i 748 quaderni di Janina, come il contenuto delle scatole di cartone di Andy Warhol.
Forse, il segreto di Janina, risiede proprio nei suoi silenzi.
Forse, perché gli oggetti parlino, bisogna che ci sia qualcuno a raccontarli, noi o un artista, ne abbiamo parlato qui.
Qualcuno come Kemal, il protagonista di Il museo dell’innocenza di Orhan PamukFüsun, il suo amore, scompare e lui cosa fa? Accumula un’infinità di oggetti che la riguardano, apriscatole, righelli, orecchini, porcellane. Li vuole guardare e toccare, e continuare a raccontare la storia di un amore infranto. Addirittura ne farà un museo.

Gli oggetti sono come dei messaggi in bottiglia.
Ci vuole qualcuno che sfili il pezzetto di carta che contengono, e lo legga. 

 


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Time Capsules. Chiuse.

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Time Capsules. Aperte.

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Time Capsules. Il contenuto.


Una canzone che parla di un oggetto molto particolare:

https://www.youtube.com/watch?v=Ls6du-xKKrI