LE PAROLE SONO FORMULE MAGICHE. UN PICCOLO LIBRO SORPRENDENTE, L’ETIMOLOGIARIO DI MARIA SEBREGONDI
Che le parole contengano mondi nascosti, zone d’ombra e di luce inaspettate, vasi comunicanti e pozioni magiche ce lo dice un libro sorprendente che si intitola Etimologiario. L’ha messo insieme Maria Sebregondi, traduttrice di Queneau e Perec, la Sebregondi ha inventato anche i taccuini Moleskine.
L’ha pubblicato Quodlibet Compagnia Extra. E noi ci siamo innamorati.
Sono un centinaio di pagine che raccolgono parole e il loro significato. C’è severità e c’è scansia, ci sono crepuscolo, scarpa, insetto, lettura e molte altre. Ma il significato, l’etimologia che l’autrice ha costruito, è come una finestra che si apre dentro alla parola svelandone una complessità luminosa.
C’è un segreto nascosto dentro le parole che usiamo tutti i giorni. Per esempio “amaro” è una crasi tra “amore” e “raro” – dicesi di cosa o persona che ama pochissimo. E “asola”, sostantivo femminile preceduto da a- privativo, significa mai sola. Sempre accompagnata da un bottone.
“Esilio” deriva da “esile”. Condizione molto delicata. Sospeso a fili sottilissimi, esili resti di origini lontane, chi vive in esilio sorvola lieve terre su cui non si posa mai.
“Crepuscolo” s. m. (dim. del s. f. «crepa») esile crepa del tempo tra il giorno e la notte. Una pausa sottile dove i colori si accendono, brevemente sottratti al dominio della luce o del buio.
E lettura? Lettura s. f (der. del s. m «letto») – il giacere distesi facendo corpo unico con il letto, in un rapporto simbiotico tra i fondamentali della biologia umana. Lettura allettante: tautologia orizzontale.
Eccolo:
Ieri Paolo Nori ha letto dall’Etimologiario, è stato bello. Il festiva si chiama Questa è l’acqua, a Reggio Emilia. C’erano anche Andrea Moro, Ermanno Cavazzoni, Leo Ortolani, Antonio Pennacchi, Fabio Genovesi, Paolo Poli e Luisanna Messeri.