COME L’AMORE AFFERRA IL CUORE. CE LO SPIEGANO STENDHAL E SYLVIA PLATH

L’amore è uno dei motori letterari più potenti, e lo è per tutte le arti, per la musica, per la pittura. Va a braccetto con la morte, l’Eros e Thánatos dei Greci, i due principi che scandiscono la dimensione psichica e biologica di ogni essere vivente, lo diceva Freud.

Stendhal ha descritto con precisione come fa l’amore a impadronirsi di noi, in particolare si è concentrato su quella sorta di follia, che chiama cristallizzazione, la stessa catturata con eleganza da Sylvia Plath nella sua poesia Canzone d’amore di una ragazza folle (1951):

Io chiudo gli occhi e tutto il mondo muore;
Schiudo le palpebre e tutto rinasce.
(Sono convinta di averti inventato.)

Le stelle escon danzando in blu e rosso,
Oscurità arbitraria entra al galoppo:
Io chiudo gli occhi e tutto il mondo muore.

Sognai che mi stregavi nel mio letto
M’incantavi e baciavi alla follia.
(Sono convinta di averti inventato.)

Giù Dio dal cielo, spenti i fuochi inferni,
Fuori Serafini e schiere di Satana:
Io chiudo gli occhi e tutto il mondo muore.

Speravo che tornassi, l’hai promesso,
Ma ora invecchio e dimentico il tuo nome.
(Sono convinta di averti inventato.)

Dovevo amare un uccello del tuono:
Quelli tornan ruggendo a primavera.
Io chiudo gli occhi e tutto il mondo muore.
(Sono convinta di averti inventato.)

Stendhal scrive il saggio Dell’amore (Garzanti) dopo un’esperienza tormentata e dolorosa e l’amore di cui parla è una potenza che travolge e trasforma, una malattia quasi, quella che descrive Saffo in questo frammento:

Scuote l’anima mia Eros, come vento sul monte
che irrompe entro le querce e scioglie le membra e le agita
dolceamara, indomabile belva.

Per lo scrittore i tipi di amore sono quattro: la passione, il capriccio, l’amore fisico, la vanità. Quindi l’amore di Eloisa e Abelardo, quello che assomiglia di più a togliersi uno sfizio, il sesso e l’amore usato come Narciso usa l’acqua del ruscello, per specchiarsi e ammirarsi.

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Ma come succede, come fa l’amore ad afferrare il cuore?
Stendhal parla di cristallizazione.

L’ammirazione è il primo sentimento che ci cattura, segue poi la gioia.
Dalla gioia nasce la speranza, quella di conquistare e possedere l’oggetto del desiderio.
La speranza accende la brama del piacere, ed è così che nasce l’amore. E la prima cristallizazione è compiuta. Però poi si insinua il dubbio, non possiamo evitarlo e il bisogno è quello di confrontarsi con un amico. L’uomo si chiede se potrà mai piacere alla donna che desidera, la donna si domanda se l’affetto è sincero e duraturo.

La seconda cristallizzazione avviene quando al posto del dubbio si consolida la sicurezza di essere contraccambiati, e la sensazione è quella che – senza l’amato – allora si morirà, secondo Stendhal. Si esce dalla luce del reale e si entra in quella della fantasia. La mente si riempie delle immagini che noi stessi costruiamo e che spesso non corrispondono alla persona che amiamo, ma a un idealeSylvia Plath lo ripete, nella poesia: Sono convinta di averti inventato.

E Stendhal, reduce dalla delusione e immerso nella disperazione del suo amore non corrisposto ci confessa che, per lui, la soluzione, la fine, l’esito non può che essere una profonda delusione. L’unico sentimento che fa durare l’amore è la paura, la paura di perdere la persona amata. Quando a questa si sostituisce l’abitudine, allora la fiamma si spegne.


Sì, qui stiamo studiando perché presto ci sarà un festival speciale al Circolo.
Sull’amore.
 E intanto ascoltiamo anche qualche canzone
(aspetto che il mio cuore faccia boom…)

https://www.youtube.com/watch?v=KbMxXf4ms-A