CIAO PROFESSORE. LUCA BEATRICE RICORDA GIANNI RONDOLINO
Erano gli anni ’80 e Torino non era come adesso, le occasioni di confronto culturali ridotte al minimo, eppure io li rimpiango quei tempi che credo siano stati l’incubatrice di tutto quello che è accaduto dopo. C’era uno spirito indipendente che oggi sembra lontanissimo, e va detto che molte di quelle esperienze sono nate in un’aula universitaria grazie a docenti che ritenevano l’insegnamento una necessità civile, innanzitutto.
Mi sono laureato con Gianni Rondolino nel 1986, la mia tesi era sul western all’italiana, argomento che forse non lo appassionava eppure lo incuriosiva. Poi la vita mi ha portato ad occuparmi di altro e del cinema sono rimasto soprattutto inguaribile spettatore. Lui mi ha insegnato un metodo di studio e gliene sono davvero grato e ogni volta che mi preparo a tenere una lezione ai miei allievi penso che se un po’ mi apprezzano e perché ho avuto la fortuna di incontrare insegnanti appassionati come lui.
Sono quei regali dell’esistenza, quelle circostanze fortunate, che ti devono far riflettere. Portarsi in dote dei maestri è comunque sempre un privilegio.
Gianni Rondolino è stato critico, studioso, scrittore. Autore di molti saggi sul cinema, ha insegnato Storia e Critica del Cinema all’Università di Torino e ha fondato nel 1981 il Festival Cinema Giovani, poi diventato Torino Film Festival. La sua Storia del cinema di 800 pagine è il testo fondamentale per molte generazioni di studenti.