LA FELICITÀ È… UN ABBRACCIO, SCRIVERE SU UNO SPECCHIO APPANNATO, PERDERSI IN UN ROMANZO

La parola felice viene dal latino e rimanda a produco, dunque ha a che fare con la fecondità, l’arbor felix è l’albero fruttifero. Felice è chi possiede ciò che appaga i suoi desideri, che ha buon successo, che reca molto vantaggio. Poeticamente è detto di paesi ricchi di doni della terra.
Parlare di felicità, di raggiungerla e mantenerla, sembra a volte una missione troppo difficile, come se la felicità fosse lassù in cima, o alla fine di un percorso pieno di pericoli e di rischi.
Francesco Piccolo
nei suoi due libri Momenti di trascurabile felicità e Momenti di trascurabile infelicità mette insieme gli attimi insignificanti, quelli in cui basta accorgersi che – in effetti – si è un po’ meno tristi e più felici. E che si può sorridere anche dei momenti di tristezza perché spesso sono divertenti, pur non sembrandolo. I due libri vanno a braccetto, lui stesso ci ha detto (qui un’intervista sul nostro blog):

Non è tanto importante che siano momenti di felicità o infelicità.
I libri che ho scritto li ho scritti anche per rompere le differenze tra felicità e infelicità.

I momenti trascurabili di felicità sono la felicità. Francesco Piccolo ci dice che quella parola così ridondante si trova, invece, dappertutto. Nel piccolo libro Happiness is… 500 che ti rendono felice, gli autori Ralph Lazar e Lisa Swerling raccontano con piccoli disegni a matita e piccole frasi gli attimi più semplici e confortanti che, almeno una volta al giorno, capitano a tutti noi. Per esempio:

… un abbraccio, trovare una presa di corrente in aeroporto, svegliarsi quando fuori c’è il sole, sentire che stai andando nella direzione giusta, scrivere su uno specchio appannato, ridere fino alle lacrime, imparare a usare le bacchette, perdersi in un romanzo.

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Perché, e lo dice Albert Camus, Non sarai mai felice se continui a cercare in che cosa consista la felicità. Non vivrai mai se stai cercando il significato della vita.


La felicità ha la sua Accademia. E noi del Circolo, con l’Accademia della Felicità facciamo queste cose qui.
Sabato 16 gennaio si parla di ozio, perché l’ozio non è il non far nulla, ma è l’essere liberi di fare qualsiasi cosa.