POETRY IN MOTION. LE POESIE SUI VAGONI DELLA METROPOLITANA DI NEW YORK
La poesia si muove, ce lo racconta Marvi Del Pozzo che da anni tiene un gruppo di lettura poetico al Circolo dei lettori. Dal 1992 a oggi c’è l’abitudine di decorare con i versi di autori giovani, anche non particolarmente noti, i vagoni e le stazioni delle principali linee cittadine di New York.
Sono poesie brevi, ma di forte impatto emotivo, costituiscono un filo invisibile che unisce il popolo della Metropolitana per quei pochi o tanti minuti al giorno in cui, fintamente estranee, le persone intente alle proprie preoccupazioni quotidiane possono ritrovarsi in sintonia in un orizzonte di più vasta apertura.
Ecco qui la poesia di Patrick Phillips.
Queste sono due sue composizioni apparse recentemente sui vagoni della linea S (Shuttle):
Paradiso
Sarà il passato
e lì vivremo insieme.Non come l’abbiamo vissuto
ma come lo ricordiamo.Sarà il passato.
Noi torneremo indietro insieme.Insieme a quelli che abbiamo sempre amato,
perduto, e dobbiamo ricordare.Sarà il passato.
E durerà per sempre.
Piano
Toccato dalla tua grazia, sono come
quel grande piano che trovammo una notte a Willoughby,
sfasciato e, non so come,
gettato da una finestra aperta.Tu da questo potresti pensare che anch’io
mi senta distrutto, abbandonato, disamato. La verità è
che io non so con esattezza cosa sono, poco più
di quanto sappia quel relitto nel vicolo
è un piano, colmo di rifiuti e di foglie ingiallite.Anch’io forse sono ciò che resta di quel che ero.
Ma tu toccandomi, lo so, sei la brezza gentile
che soffia tra le corde arrugginite.Come definire quello che sento, se anche il legno,
pur con la sua arpa spezzata, ricomincia a cantare?
Dice Marvi: anche in previsione della nascita della Linea 2 della Metropolitana torinese, sarebbe bello proporre alle autorità locali, già piuttosto attente all’Arte Contemporanea (si vedano le realizzazioni del pittore Ugo Nespolo nelle stazioni della Linea 1), un’analoga iniziativa visto che non mancano interessanti giovani poeti nell’area cittadina: a quando una poesia in movimento in pianta stabile da noi?