MOLTE DOMANDE SULLA FELICITÀ E UN PERCORSO DI LETTURA

La felicità è uno dei temi cardine della filosofia antica; l’eudemonismo, come lo chiamavano gli antichi, identifica il bene nella felicità che diviene così il principio e il fondamento della vita morale stessa

Molto tempo dopo, per Kant la felicità sarebbe la condizione di un essere razionale a cui tutto accade nella vita secondo il suo desiderio e la sua volontà: ecco che la felicità completa diviene irrealizzabile.

Nelle nostre vite, abbiamo il tempo, l’attenzione, il coraggio di chiederci in che forma e in  che misura la felicità è davvero realizzabile per noi?

Ma allora in che cosa consisterebbe la felicità?
La felicità coincide con il piacere? Ma quale piacere? (Epicuro)
La felicità coincide con il desiderio e la passione?
La felicità coincide con oggetti o eventi esterni?
La felicità è un momento estatico e fortunato oppure un orizzonte che coinvolge tutta la nostra vita?
È effimera  o stabile?
La felicità è  qualcosa di inaspettato o vi si giunge consapevolmente?
Dipende da noi o non dipende da noi?
La felicità coincide con la realizzazione dei proprî progetti e obiettivi?

Se la felicità è aretê (virtù), cioè piena realizzazione del proprio ergon, della propria vocazione autentica e naturale (Aristotele), dunque un percorso e un impegno formative, è possibile essere felici senza conoscere veramente se stessi e la propria natura autentica e profonda?

Posso essere felice se gli altri attorno a me sono infelici?
(felicità come uscita da limite dell’egocentrismo e cordiale interesse per  gli altri, Russell).

La mia felicità dipende dalla felicità  degli altri? Questo implica allora la rinuncia a parte della mia libertà e felicità affinché anche gli altri le possano avere e permettermi di averle a mia volta (patto sociale, contrattualismo, Hobbes).

La felicità è pura beatitudine, completamente indipendente da rapporto con il mondo? Allora la felicità è la vita stessa e appartiene a tutti gli esseri, in modo più compiuto alla vita più perfetta, e dunque è propria del saggio che ha bisogno solo di sé (Plotino). La felicità allora è libertà, assenza di condizionamenti e autonomia, risiede in noi e nei beni spirituali (stoicismo).

Riferimenti di lettura: 

Epicuro, Lettera sulla felicità
Aristotele, Etica nicomachea
Plotino, Enneadi
Thomas Hobbes, Leviatano
Jean-Jacques Rousseau, Il contratto sociale
Immanuel Kant, Critica della ragion pratica
Russell, La conquista della felicità

Guido Brivio

Guido Brivio è studioso di Estetica e Pratiche filosofiche, svolge attività di ricerca e insegnamento all’Università di Torino. Ha pubblicato saggi, interventi e traduzioni, con Bollati Boringhieri, il melangolo, Moretti&Vitali. È membro della SIE e tiene da moltissimi anni un gruppo di lettura, il Café Philo, qui al Circolo.