IMPARARE A STARE A MONDO CON LA FILOSOFIA. L’INTRODUZIONE AL CORSO DI LEONARDO CAFFO
La filosofia è davvero una scienza dell’uomo, per l’uomo[1], e dunque tutti i problemi che cercheremo di risolvere insieme durante il corso Imparare a stare al mondo saranno sempre e comunque capibili da tutti. Mi piace l’utilizzo strumentale del “tutti” perché è un primo modo, a mio avviso, per cominciare a riunificare l’umanità entro un unico e complesso insieme di quelle che Wittgenstein chiamava “forme di vita”.
La nostra forma di vita è intimamente filosofica perché, questa la tesi che attraversa tutte le lezioni, siamo biologicamente portati a considerare sempre e comunque le alternative rispetto a ciò che stiamo pensando o facendo. L’umano vive nell’altrove, moltiplica le sue esistenze attraverso l’immaginazione, si interroga sulle cose che avrebbe potuto fare e non ha fatto.
Le mie lezioni di filosofia cominciano da qui: ogni giorno pone una serie di sfide filosofiche – sfide che riguardano il miglior modo di comportarsi, il giusto linguaggio da utilizzare, la capacità di catalogare le cose del nostro mondo o di stupirsi dinnanzi a opere d’arte che ci invitano a capire qualcosa di lontano e ancora irrealizzato. In questo senso la filosofia è come la scienza: sapere di più su “certe cose” migliora la nostra comprensione del mondo; più sono potenti i nostri concetti, più potenti saranno le nostre intuizioni.
Le lezioni saranno ascrivibili all’interno della “filosofia occidentale contemporanea” senza che mai, neanche in un momento, questa venga considerata l’unica filosofia possibile. Sempre Wittgenstein, forse l’autore che più ho utilizzato nel sentiero che attraverseremo insieme, diceva giustamente nelle sue Ricerche Filosofiche che non esiste un metodo della filosofia, ma solo metodi – lui le chiamava «differenti terapie». La terapia occidentale non deve essere considerata né unica, né in opposizione a quella che chiamiamo “filosofia orientale”: diciamo che per limite dell’autore, nonostante il mio interesse quasi ossessivo per l’Oriente, gli argomenti trattati tendono a rimanere per scelta all’interno del perimetro della filosofia Europea e Americana.
Se tutto è andato secondo i miei piani la filosofia che insegna a stare al mondo apre, spesso suo malgrado, a quello che si chiama “mistico”: le cose che possiamo capire sono infinitamente inferiori a quelle che non possiamo capire. Il limite è la caratteristica intrinseca del pensiero, le strategie di superamento sono la filosofia del futuro – «ciò, che non possiamo pensare, non possiamo pensare».[2]
La filosofia è sempre e comunque un lavoro comune e collettivo; come non esistono linguaggi privati, allo stesso modo sono impossibili filosofie non pubbliche. La filosofia abitua al confronto, al negoziato concettuale e all’argomentazione, e forse è in questo senso che impariamo per suo tramite a “stare al mondo” – la filosofia è una questione di postura, di ragionamento rapido e del miglior compromesso possibile, dell’equilibrio riflessivo e dell’analisi più intima della struttura delle cose. Va da sé che su ogni settore della filosofia che analizzeremo, durante le cinque lezioni, ho operato delle scelte – focalizzandomi più su questo, che su quello, degli autori o delle teorie: la filosofia dal punto di vista di Dio, purtroppo, non esiste ed è sempre la filosofia di un filosofo che andiamo a scoprire. Chiedo dunque scusa, preventivamente, se qualche filosofo in ascolto sentirà l’esigenza di dire che le lezioni sono parziali – ancora una volta, direi, ha senso far rispondere Wittgenstein: «un’immagine vera a priori non v’è»[3].
Che abbia inizio la lezione, «gli sbagli sono sempre iniziali»[4].
[1] In questo testo farò uso della parola “uomo” nel senso di “umano” – nessun sessismo concettuale, ma solo un alleggerimento del linguaggio nel testo.
[2] L. Wittgenstein, Tractatus, (5.61).
[3] Ivi., (2.225).
[4] C. Pavese, Il mestiere di vivere: diario 1935-1950, Einaudi, Torino 2014, p. 48.
Il corso è il lunedì alle ore 18.
I giorni sono:
1 febbraio_ Etica
15 febbraio_ Estetica
22 febbraio_ Ontologia
29 febbraio_ Linguaggio e logica
7 marzo_ Futuro
Tutte le info qui.
Leonardo Caffo, filosofo, lavora al Laboratorio di Ontologia dell’Università di Torino. Editorialista del “Corriere della Sera” per La Lettura, è codirettore di “Animot” e ha vinto il Premio nazionale Filosofia Frascati. Tra gli ultimi libri A come Animale: voci per un bestiario dei sentimenti (Bompiani 2015).