JOHN FITZGERALD E GLI ALTRI. I CATTIVI PIÙ CATTIVI DEL CINEMA E DELLA LETTERATURA CI PIACCIONO

Pensa al tuo romanzo preferito e alla tua serie preferita. Pensa al tuo film preferito.
Forse il personaggio che ami di più è un ragazzo di 23 anni, studiava legge ma ha abbandonato,
non aveva più soldi e vive ora in un minuscolo appartamento di San Pietroburgo?
Ti piace quel politico assetato di potere?
Per chi fai il tifo, per il professore che cuoce metanfetamine o per l’agente della DEA che cerca di fermarlo?
Vuoi davvero la vittoria di Acab o parteggi per la balena bianca?
E adesso sei sicuro di preferire il faccino sempre pulito di Leo Di Caprio al suo nemico Fitzgerarld, il Tom Hardy senza scrupoli di Revenant?

I cattivi hanno un grande fascino. Troppo. Perché? 

È  presto detto. Come Bruce Wayne deve indagare il suo lato nascosto per diventare il Cavaliere Oscuro e combattere i malvagi di Gotham City, la città perversa e malata per eccellenza, così anche noi, attraverso la cattiveria dei personaggi dei romanzi e dei film, scopriamo la nostra, quella che teniamo a bada per il nostro bene e per il bene degli altri. Senza l’esempio di Batman, questo è ciò che sostiene Carl Gustav Jung: è necessario capire la nostra natura più nascosta e segreta per crescere come essere umani completi.

Il confronto sano con le nostre ombre è necessario per capirsi. Certo serve coraggio, serve forza per conoscere l’abisso che abbiamo dentro. Non farlo, fuggire il confronto, è rischioso e può diventare anche pericoloso. Per Sigmund Freud, infatti, l’essere umano è portato a comportamenti strettamente antisociali, vuole ottenere ciò che vuole subito, è vittima del desiderio, e si trattiene solo perché è inserito nella società.

E quindi si tratta di una delega. Guardiamo loro fare cose che noi non possiamo certo metterci a fare.
Li troviamo affascinanti perché ci assomigliano, perché sbagliano, dicono bugie, perché non sempre prendono la decisione giusta. Ma non siamo noi, è qualcun altro, che può esasperare le caratteristiche più becere dell’essere umano, le nostre, e amare i cattivi è catartico, fare il tifo per loro vien facile, sono personaggi di finzione, sono sopra un palcoscenico, che non è più quello del teatro greco ma poco ci manca.