FEDERICO GARCÍA LORCA E LE NINNA NANNE

Nato nel 1898 vicino Granada e morto fucilato nel 1936, tutta la vita di Federico García Lorca è intrecciata alle vicende della Spagna di inizio Novecento. Nelle poesie, presagi di morte e d’amore, canta le passioni umane fra sogno e realtà. Nei lavori teatrali recupera la tradizione gitana e spagnola. E ha parlato anche di ninna nanne:

Qualche anno fa, girellando nei dintorni di Granada, udii cantare una popolana che addormentava il suo bambino. Avevo sempre notato la tristezza delle nostre canzoni di culla; mai come allora, però, avevo colto questa verità in tutta la sua concretezza.

C’è un libretto che si intitola Sulle ninna nanne, sono 57 pagine di trascrizione di una conferenza che García Lorca tenne proprio sulle ninna nanne nella tradizione popolare spagnola. Lorca nota quanta tristezza e inquietudine permea le canzoni per i più piccoli, dense di immagine oscure e spesso spaventose. E ne riscopre, con passione e sensibilità, una suggestiva tradizione popolare.

Avvicinandomi alla donna per trascrivere la canzone, constatai che era una bella Andalusa, allegra, senz’ombra di malinconia. Evidentemente operava in lei una tradizione vivissima, ed ella compiva il suo mandato con fedeltà, come se ascoltasse le remote voci imperiose che fluivano nel suo sangue. Da quella volta mi sono dato a raccogliere ninne nanne in ogni luogo di Spagna: volevo conoscere in qual modo le donne del mio Paese addormentassero i loro figli e, dopo qualche tempo, ne trassi il parere che la Spagna adopera le sue melodie più tristi (e i testi di più fonda malinconia) per accarezzare il primo sonno dei suoi bimbi.

Le ninna nanne, infatti, costituiscono il nucleo profondo della tradizione di un paese. Proprio nella voce si manifesta l’identità culturale, nelle sue sfumature dialettali, nell’accento particolare. E proprio la voce della madre è il primo suono che il neonato sente, fin dentro la pancia, e il primissimo input è il suo battito cardiaco. Ma perché le ninna nanne sono così tristi? Lorca lo dice, e sottolinea che vuol solo suggerire un’interpretazione:

Tuttavia, anche dentro questa sobria tristezza (o questo impeto lirico), la Spagna gode di canti allegri, divertenti, giocosi, di canzoni amabilmente erotiche e di seducenti madrigali. Come mai allora, per secondare il sonno di un bambino, ha custodito ciò che è più sanguinante e meno adatto a una sensibilità così delicata?

Bisogna non dimenticare che la ninna nanna viene inventata (e i testi lo confermano) da quelle povere donne i cui bimbi costituiscono un peso, una croce onerosa che a volte faticano a reggere. Ogni figlio, anziché una festa, risulta un gravame e quindi le mamme non possono fare a meno di cantare, dentro l’amore, anche il disinganno della vita .

Secondo Lorca esistono diversi tipi di ninna nanne: ci sono quelle di allontanamento e quelle di unione tra madre e bambino, ninna nanne con come protagonista il bambino, e quelle che parlano solo della madre, ninna nanne in cui la madre si lamenta del marito.

Una ninna nanna di allontanamento:

Fai la nanna, nanna, ninna
la nanna di quello che portato il cavallo all’acqua
e lo ha lasciato senza bere

Una di unione tra madre e bambino:

Fai la nanna bambino mio,
fai la nanna e costruiremo
una capanna nel capo, e lì ci metteremo.

Una ninna nanna in cui la mamma prende il posto del figlio:

Ho sonno, ho sonno
ho voglia di dormire.
Un occhio lo tengo chiuso,
e l’altro mezzo aperto.


 

Da ottobre 2015 il Circolo ha dedicato a Lorca un gruppo di lettura e tra poco, i mercoledì 3/10/17/24 febbraio e 2 marzo, alle ore 21, ALBUM GARCÍA LORCA diventa un ciclo di incontri con le sonorità del flamenco di Alma Flamenca e le lezioni di Bruno Arpaia, Vincenzo Trione, Marcello Fois e Valerio Magrelli. Tutte le info le trovi qui.