POESIE SCRITTE SU FAZZOLETTI DI CARTA. L’AMORE SEGRETO DI MARILYN MONROE
Marilyn Monroe ha fatto una cosa che molti di noi non sono mai riusciti a fare: cominciare e finire l’Ulisse di Joyce. Tra i 430 libri della sua libreria troviamo Albert Camus, Dumas, Il grande Gatsby di Fitzgerald, Erich Fromm, Bernard Malamud, Hemingway, Pirandello, Proust e tantissimi altri, classici e non. Sì, perché Marilyn amava leggere e, quando non stava girando un film, assisteva alle lezioni di letteratura e storia presso la UCLA.
Lei, la bionda spumeggiante, lei, l’appassionata di libri e scrittura: Marilyn Monroe era molte donne insieme. E nascondeva una profondità che affiorava nella malinconia e fragilità di certi suoi ritratti.
E in privato, lontano da occhi indiscreti, Marilyn Monroe scriveva. E scriveva poesie. Poesie e frammenti, scarabocchi su notebook e quadernetti, su fogli sparsi, su menù e fazzoletti di carta. Sono raccolti in Fragments, i suoi scritti tra il 1943 e il 1962. Vennero scoperti dopo la sua morte dalla vedova Strasberg, moglie del maestro di Marilyn, Lee, a cui lei aveva destinato tutti i suoi effetti personali. Erano in un paio di scatole.
La donna più desiderata del mondo aveva una sensibilità accesa. Le sue note rivelano le molte letture, e le sue parole riflettono un’intelligenza brillante e non comune, quella di una donna che cercava sempre le parole per raccontarsi. E ciò che svelano, soprattutto, è il tragico scollamento tra il personaggio pubblico e quello privato, così vulnerabile, così incompreso, desiderato ma non visto per quello che era.
Trentacinque anni vissuti con un corpo estraneo
trentacinque anni
con i capelli tinti
trentacinque anni
con un fantoccio.
Ma io non sono Marylin
io sono Norma Jean Baker
perché la mia anima
vi fa orrore
come gli occhi delle rane
sull’ orlo dei fossi?
Di tanto in tanto
faccio delle rime
ma non prendetevela
con me.
All’inferno, so benissimo
che non si vende;
quel che voglio dire
è quel che ho in testa.
Dipingere i piatti
dipingere i desideri
con i pensieri
che volano via
prima che muoia
e pensare
con l’inchiostro.
Come son belli
quegli uccelli che volano.
Perché li uccidono?
Un uccello non ha scampo
quando vola.
È crudele uccidere chi
non ha scampo.
Nella prefazione all’edizione italiana Antonio Tabucchi scrive: “Questo libro, con tutti i suoi documenti inediti, rivela la complessità dell’anima che stava dietro l’immagine. Poesie, lettere, diari intimi, note prese a caso, testi che caricano l’immagine di quel volto bellissimo e radioso di un senso per molti insospettato e che invece è ‘fuori serie’, in senso contrario a come la immaginò Andy Warhol, che la fece ‘seriale’; tutti questi testi emergono da questo libro che riunisce non ciò che Marilyn sembrava ma ciò che pensava. Ora, coniugare le sue apparenze visibili con quello che dietro di esse si nascondeva rende il suo volto e il suo corpo ancora più belli: sognare quella Marilyn che sognava di essere una farfalla.”
Sabato 13 febbraio, alle 21, Francesco Piccolo racconta la bellezza del cinema, capace di amplificare le emozioni.A volte basta un primo piano o una battuta al momento giusto che l’amore dei film, anche se scontato, inverosimile, sdolcinato, rende lucidi gli occhi di chi lo guarda.Lo scrittore premio Strega 2014, autore di numerose sceneggiature, come Mia madre di Nanni Moretti e Il capitale umano di Paolo Virzì, appassionato di film romantici, analizza il modo in cui l’amore nasce e si inventa in questo genere di commedie. Nell’ambito di In nome dell’amore.