METTI A FRUTTO OGNI MINUTO. L’INVITO DI SENECA A NON SPRECARE IL TEMPO

Tante sono le piccole cose che ci fanno arrabbiare. Il wifi sul treno è troppo debole: perdiamo la connessione e puf, tutto va all’aria. La coda al supermercato: siamo stanchi, sono le 20 passate, vorremmo essere a casa. Ma no. E poi il collega a lavoro che ci parla sopra ed è molto più convincente, il computer troppo vecchio che si impalla, la batteria dell’iPhone comincia a durare troppo poco, è scarico e non troviamo una presa di corrente, ecc ecc.

In questi momenti sarebbe bene essere come Seneca.
Al termine della sua vita, in vecchiaia, lo stoico scrisse quelle che conosciamo come Epistulae morales ad Lucilium ovvero Lettere morali a Lucilio, al tempo governatore della Sicilia. Sono 124, suddivise in 20 libri, e non tutte sono arrivate fino a noi. Potrebbero essere una finzione letteraria, oppure un epistolario reale, ma poco importa. Sono piene di consigli e di precetti, di riflessioni e ammonimenti, che valgono anche adesso.

Quanto tempo perdiamo dietro le piccole rabbie quotidiane?
Ecco come si raccomanda Seneca:

Comportati così, Lucilio mio, rivendica il tuo diritto su te stesso e il tempo che fino ad oggi ti veniva portato via o carpito o andava perduto raccoglilo e fanne tesoro. Convinciti che è proprio così , come ti scrivo: certi momenti ci vengono portati via, altri sottratti e altri ancora si perdono nel vento. Ma la cosa più vergognosa è perder tempo per negligenza. Pensaci bene: della nostra esistenza buona parte si dilegua nel fare il male, la maggior parte nel non far niente e tutta quanta nell’agire diversamente dal dovuto.

Quindi il tempo non è molto, la vita è breve. E l’energia per mettere a frutto il tempo è nelle nostre mani. Prosegue Seneca, con saggezza, e mette in guardia Lucilio, ma non solo, ammonisce anche noi che non diamo sufficientemente valore al nostro tempo, l’unica risorsa che abbiamo:

Puoi indicarmi qualcuno che dia un giusto valore al suo tempo, e alla sua giornata, che capisca di morire ogni giorno? Ecco il nostro errore: vediamo la morte davanti a noi e invece gran parte di essa è già alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata. Dunque, Lucilio caro, fai quel che mi scrivi: metti a frutto ogni minuto; sarai meno schiavo del futuro, se ti impadronirai del presente. Tra un rinvio e l’altro la vita se ne va.

L’invito dello stoico Seneca è ad abbandonare le preoccupazioni, quelle gradi, quelle medie, quelle piccole. Solo così esistere sarà piacevole. Abbandonare le preoccupazioni e far proprio il tempo, non perdere di vista ciò che è importante: anzi, in primo luogo, Seneca invita a individuare proprio ciò che conta. E ciò che conta non sono gli oggetti, possedere un bene non serve a niente se non si è pronti a perderlo, dice, far proprio il tempo e tutti gli attimi che lo compongono.