LA LETTURA È IMMORTALITÀ ALL’INDIETRO. ADDIO UMBERTO ECO
È morto Umberto Eco, aveva 84 anni.
Le sue opere, quelle di narrativa e di saggistica, appartengono a tutti noi.
Hanno segnato passaggi fondamentali della nostra vita.
Continueranno a farlo.
Grazie alla sua penna siamo finiti nel monastero benedettino di In nome della rosa, abbiamo seguito Casaubon in Il pendolo di Foucault, le avventure di Baudolino sono diventate le nostre e abbiamo conosciuto le nebbie di La misteriosa fiamma della regina Loana.
Alcuni di noi sono laureati in Scienze della comunicazione, ed è stato Eco a inventare questo corso di laurea in Italia, dove gli studi sulla comunicazione sono arrivati tardi rispetto al resto d’Europa e Stati Uniti. Era il 1992.
Il suo saggio del 1977, Come si fa una tesi di laurea, è caro a molti. E infatti Eco esprime schiettamente concetti importanti come questo: a lavorare bene, non c’è nessun argomento che sia veramente stupido: a lavorare bene si traggono conclusioni utili anche da un argomento apparentemente remoto o periferico. E l’elenco potrebbe essere lunghissimo, e comprenderebbe di sicuro gli articoli sui giornali, le interviste, il saggio Storia della bellezza, la rubrica La bustina di Minerva su l’Espresso, e interventi come questo.
Abbiamo scelto cinque sue frasi per ricordarlo con voi.
1. Chi non legge a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito. Perché la lettura è un’immortalità all’indietro.
2. La saggezza non sta nel distruggere gli idoli, sta nel non crearne mai.
3. Se devo partire per un lungo viaggio e non posso infilare in valigia dieci libri, ben venga la possibilità di caricarli tutti, e anche di più, sul mio iPad. Non appena torno a casa però riprendo subito in mano il libro di carta. Perché sul libro posso fare le orecchiette, posso sottolineare, posso sfogliarlo anni dopo e ritrovare le tracce di una precedente lettura. Posso uscire dall’eterno presente. E non è poco. (fonte Doppiozero)
4. C’è una sola cosa che si scrive solo per se stesso, ed è la lista della spesa.
Serve a ricordarti che cosa devi comperare, e quando hai comperato puoi distruggerla perché non serve a nessun altro. Ogni altra cosa che scrivi, la scrivi per dire qualcosa a qualcuno.
5. I libri si rispettano usandoli, non lasciandoli stare.