JANE EYRE E LA RICERCA DI IDENTITÀ E INDIPENDENZA
Le donne dovrebbero essere calme, e restare tranquille, ma le donne si sentono proprio come gli uomini, che hanno bisogno di esercitare le loro facoltà e che soffrono nell’immobilità.
Se c’è un libro che parla di una donna che cerca – nonostante tutti gli impedimenti possibili – la propria identità e la propria indipendenza, è Jane Eyre di Charlotte Brontë.
Come sapete è ambientato in epoca vittoriana, quando l’ideale di donna è casa e famiglia, angelo del focolare, un essere puro e innocente, tenero, sottomesso e obbediente. E se invece la donna vuole mettersi a lavorare, non aspettare il matrimonio, ma mantenersi? Beh, può fare la governante, ed è proprio il lavoro di Jane.
Jane Eyre è istruita, anche se un’istruzione superiore all’imparare canto, ballo, pianoforte, disegno, leggere, scrivere, poca aritmetica e ricamo, era considerato uno spreco. Le donne, infatti, erano educate quel tanto che bastava a mettersi in mostra come ornamenti. Jane però non è semplicemente istruita, Jane ha una visione del mondo, dei rapporti, dell’amore.
Brontë ha usato uno pseudonimo che suona maschile, Currer Bell: così era firmato Jane Eyre, subito diventato best seller. Le recensioni negative sono cominciate a circolare non appena si è diffusa la diceria che dietro Currell Bell ci fosse una donna: per molti critici non era opportuno che una femmina scrivesse di passioni e mostrasse una tale conoscenza della sessualità.
Il personaggio di Jane Eyre è infatti una donna non convenzionale, è appassionata e combattiva. Ma una donna non poteva essere così, e quindi Jane doveva essere repressa. Ma Jane Eyre lotta, e tutto il romanzo può esser visto come il viaggio travagliato della protagonista per trovare se stessa: deve resistere al dominio maschile, mettendo sempre al primo posto la cura di sé e il proprio benessere, nonostante il bisogno di amore.
Jane, nella sua ricerca, trova l’alleato perfetto. Il personaggio di Mister Rochester entra nella storia come un eroe di Byron. Ha i capelli lunghi, la testa leonina, cavalca il proprio cavallo nella brughiera. Si tratta di un principe azzurro oscuro e misterioso, assomiglia di più a una fiera indomata. Proprio come Jane. E si trovano subito perché sono uguali. I loro scambi intellettuali serali rivelano immediatamente la loro intelligenza, Jane Eyre è una donna, ma tiene testa a Rochester.
Il loro essere uguali è naturalmente limitato all’intelletto: Rochester è più vecchio (20 anni lo separano da Jane), è più ricco, molto più ricco, è di rango superiore. Jane lo vede come un sultano. E quando si diffonde la diceria che Rochester sta per sposare Blanche Ingram, Jane sprofonda: si sente completamente insicura, è impreparata pur sapendo perfettamente che la bellezza di Blanche vale molto di più della sua intelligenza.
E infatti i personaggi che appoggiano la gerarchia sociale, proprio come Blanche Ingram, sono messi da Brontë in cattiva luce: non sono buoni, i loro privilegi non provengono dalla loro rettitudine e la fortuna non li premia. La scrittrice usa il narratore Jane Eyre proprio per formulare la propria critica alla società patriarcale del diciannovesimo secolo.
Quando finalmente Jane Eyre sposa Mister Rochester? Solo una volta che sono diventati pari, una volta che Jane è diventata padrona di se stessa, quando non dipende più da lui. Ogni personaggio maschile, nel romanzo, ha un ruolo oppressivo e di controllo, cerca di esercitare il proprio potere maschile su Jane in quanto donna. Jane combatte contro il sadico John Reed, sfugge l’ipocrisia religiosa del signor Brocklehurst, rifiuta di essere l’amante di Rochester nonostante le minacce, nega St John Rivers un matrimonio senza amore. Sposa Rochester caduto in disgrazia, quasi quando i ruoli sono invertiti: lui dipende da lei.
Jane Eyre parla alle ragazze di oggi, anche con un libro illustrato da Isabelle Arsenault e scritto da Fanny Britt, la graphic novel Jane, The Fox & Me: la piccola Helene è perseguitata dai bulli. Non può essere invisibile nel parco giochi o nei scalinate che conducono alla classe di arte. Insulti a lei rivolti sono anche scarabocchiati sui muri dei cubicoli toilette. Helene puzza, Helene è grassa, Helene non ha amici. E cosa fa, Helene? Si tuffa nelle pagine del suo libro Jane Eyre. E, grazie al conforto che trova lì, il suo mondo diventa più luminoso.