I LIBRI CI FANNO STARE NEL MONDO. PAOLO NORI, AIMEE BENDER, HEMINGWAY, JOAN DIDION E LE LIBRERIE IDEALI DIPINTE DA JANE MOUNT
Nella libreria ideale di Aimee Bender, autrice di La maestra dei colori (minimum fax) troviamo La freccia nel tempo di Martin Amis (Einaudi). In quella di Ernest Hemingway ci sono Anna Karenina, Il rosso e il nero, La certosa di Parma. Joan Didion ha detto: Forse il mio racconto preferito è Vittoria di Conrad, non ho mai cominciato a leggere un romanzo senza rileggere Vittoria. Ray Bradbury teneva sul comodino l’opera completa di George Bernard Shaw. Il libro preferito di Jane Austen, The History of Charles Grandison di Samuel Richardson, quello di J.K Rowling è Emma di Jane Austen.
La libreria ideale contiene tutti quei libri che, come ha detto Paolo Nori, ci hanno dato e ci danno “la sensazione di esser nel mondo“: quei libri non regalano felici parentesi, non rapiscono dalla quotidianità, non “portano in un altro mondo”, tutte cose che sentiamo dire spesso, quando si parla di lettura. No, quei libri “ci fanno stare dentro, nel mondo“. Ecco cosa scrive Paolo Nori a proposito di Il buio oltre la siepe di Harper Lee “il primo libro vero che ho letto”.
“Il buio oltre la siepe”, di Harper Lee, io l’ho letto che avevo forse undici anni, e mi ricordo benissimo la meraviglia di trovare, dentro un libro senza figure e con così tante pagine apparentemente uguali e monotone, tante di quelle storie che a disegnarle tutte uno non ci sarebbe riuscito nella sua vita, e di quei momenti, quando avevo forse undici anni, io mi ricordo tutto, mi ricordo dov’ero, sotto il portico di casa nostra in campagna, mi ricordo il cantar di mia nonna dalla cucina, mi ricordo che passava mio babbo con dei secchi di calce, mi ricordo la sedia arancione dove ero seduto, mi ricordo la polvere che c’era nell’aria e la sensazione stranissima dovuta al fatto che io, incantato dal libro, non ero per questo incanto estraniato dal mondo ero dentro, nel mondo.
Le librerie ideali sono il soggetto favorito dell’artista Jane Mount. Ha iniziato il progetto nel 2007 con l’idea di ritrarre le persone attraverso i loro libri preferiti. Se vai sul suo sito, dipingerà anche i tuoi.
Il libro My Ideal Bookshelf, pubblicato da Little, Brown, contiene i libri preferiti da oltre 100 intellettuali e creativi di vari campi, scrittori ma non solo, anche chef, ballerini, musicisti. Accanto al dipinto, un’intervista, che racconta come sono diventati chi sono, grazie alle loro letture.
I libri che fanno parte della nostra libreria ideale dicono molto su chi siamo, su chi siamo stati: raccontano la nostra storia personale, la nostra formazione, il percorso che abbiamo fatto. È molto probabile che non cambino: i libri preferiti spesso li scegliamo da giovani e rimangono quelli. In My Ideal Bookshelf troviamo gli scrittori Chuck Klosterman, Jennifer Egan e Michael Chabon, i musicisti Patti Smith e Thurston Moore, gli chef e critici gastronomici Alice Waters e Mark Bittman, e stilisti di moda come Kate e Laura Mulleavy di Rodarte: elencando i libri che contano per loro confessano anche le proprie ossessioni.
L’Ulisse di Joyce, la storia di Gregor Samsa (Kafka), le poesie di Cummings.
L’urlo e il furore di Faulkner, Gita al faro di Virginia Woolf.
Cecità di Saramago, Il buio oltre la siepe di Harper Lee, Furore di Steinbeck.
Il grande Gatsby di Fitzgerald, Sulla strada di Kerouac, i racconti di Raymond Carver.
Per concludere, citiamo ancora Paolo Nori.
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E questa sensazione di esser nel mondo l’ho poi riprovata ogni volta che ho incontrato, mi viene da dire, la letteratura: “Delitto e castigo”, di Dostoevskij, sdraiato nel letto singolo della mia stanzetta minuscola di Basilicanova, le “Poesie” di Chlebnikov, da in piedi, appoggiato allo scaffale dei russi della Biblioteca Guanda di Parma, “Anna Karenina”, che l’ultima volta l’ho letto ad andare e venire tra Parma e Bologna su degli interregionali affollati di gente che andava o tornava da lavorare, “Europeana”, di Ourednik, su dei fogli A4 dentro una stanza anche quella minuscola che mi serviva da studio quando abitavo in centro a Bologna, e questa sensazione di esser nel mondo io la riprovo poi ogni volta che mi trovo di fronte alla letteratura, anche solo tre versi: “Le ragazze, quelle che camminano, con stivali di occhi neri, sui fiori del mio cuore”.