I POIS SONO LA STRADA VERSO L’INFINITO. YAYOI KUSAMA
Conoscete Yayoi Kusama?
Forse avete adocchiato in libreria la sua interpretazione coloratissima e psichedelica di Alice nel Paese delle meraviglie (Orecchio Acerbo), un’Alice come non l’avete mai vista, ovviamente tutta a pois. Sì perché i pois sono il tratto distintivo dell’artista nata a Matsumoto, Giappone, nel 1929. Di pois comincia, poco più che ventenne, a inondare tele, poi a ricoprire specchi, lo studio, e persino i corpi dei suoi collaboratori, quando si trasferisce a New York nel 1958 per seguire l’avanguardia artistica.
I suoi pois inconfondibili si basano sulle visioni di cui soffre fin da bambina e che l’hanno seguita e la seguono. Lo dice spesso Kusama: la sua arte è riflesso della sua malattia mentale.
Kusama è stata nominata oggi dal New York Times una delle 100 persone più influenti del mondo, perché, nella sua lunga vita, ha compiuto gesti radicali nel mondo dell’arte. Dipinti, sculture, film, poesie, romanzi. La sua produzione è vasta e variegata. Lo stilista Marc Jacobs ha raccontato l’incontro con Kusama nel suo studio a Tokyo nel 2006: la trovò con una parrucca colorata e un caftano decorato da pois. Trascorsero un paio d’ore insieme e ogni volta che Jacobs cercava di andarsene qualcosa lo tratteneva: “stando in compagnia di Kusama si sente tutta l’intensità e la ripetizione, i due fili che si intrecciano nella sua arte”. L’intensità e la ripetizione dei pois sono l’arte di Kusama.
Considerata precursore della pop art, ha lavorato a fianco di Andy Warhol, Claes Oldenburg, e Eva Hesse. Ha spiegato che il proprio uso della ripetizione, dei pois, è un modo per esplorare l’infinito e ossessivamente negare il sé: le sue installazioni immersive Infinity Mirror Room e Fireflies on the Water ne sono esempi. Dopo New York tornò in Giappone per trascorrere un periodo in un ospedale psichiatrico e venne dimenticata. Tornò sulla scena quando rappresentò il Giappone alla Biennale di Venezia nel 1993 e oggi è l’unica artista tra i 100 nomi del New York Times.
Fireflies on the Water