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IL DIZIONARIO DEI LUOGHI LETTERARI IMMAGINARI

Niente è più bello di ciò che non c’è. Con questa frase di Rousseau si apre il Dizionario dei luoghi letterari immaginari, a cura di Anna Ferrari (UTET). Un volume azzurro che raccoglie – in ordine alfabetico – tutte quelle città, isole, paesi, che non trovano riferimento sulle mappe ma che sono altrettanto veri, perché la letteratura li ha resi tali. Sono anche regioni, regni, fiumi, mari, monti, boschi e fontane, abbazie e castelli: tinti del colore dell’immaginazione, sono i luoghi perfetti per l’utopia.

Eccone 5, in ordine sparso, tutti per voi.


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1. ISOLA SCONOSCIUTA
È l’isola al centro del racconto breve di José Saramago (nato nel 1922) intitolato Il racconto dell’isola sconosciuta. È l’oggetto della ricerca di un uomo che, per riuscire a trovarla, ha bisogno di una barca e quindi si presenta al re per farsene dare una. Il re tuttavia non crede che si possano ancora trovare da qualche parte delle isole sconosciute. “Chi ve la detto, re, che isole sconosciute non ce ne sono più, Sono tutte sulle carte, Sulle carte geografiche ci sono soltanto le isole conosciute, E qual è quest’isola sconosciuta di cui volete andare in cerca, Se ve lo potessi dire allora non sarebbe sconosciuta“. L’uomo riuscirà a convincere il re, otterrà la sua barca, sarà accompagnato nella sua avventura marina dalla donne delle pulizie e l’isola sconosciuta sarà alla fine, la barca stessa: “L’uomo e la donna andarono a dipingere sulla pura dell’imbarcazione, da un lato e dall’altro, a lettere bianche, il nome che ancora bisognava dare alla caravella. Verso mezzogiorno, con la marea, l’Isola Sconosciuta prese infine il mare, alla ricerca di se stessa“.

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2. NEW HOPE
Letteralmente Nuova Speranza, è il nome di un piccolo insediamento immaginario descritto da William Faulkner (1848-1962) nel romanzo Mentre Morivo. Si trova in prossimità di Frenchman’s Bend.

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3. RULZEN
Località immaginaria ricordata nel romanzo Oceano Mare di Alessandro Baricco (nato nel 1958).
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4. DRACULA, CASTELLO DI
Nel romanzo Dracula di Bram Stocker (1847-1912) uno degli ingredienti essenziali dell’atmosfera di terrore è rappresentato dalla descrizione del terrificante maniero della Transilvania dove vive il conte Dracula, il vampiro. L’ignaro Jonathan Harker, recandosi da lui perché deve trattare la vendita di un palazzo a Londra, che il conte desidera acquistare, si rende conto ben presto di essere capitato in una ambiente strano e terrificante, nel quale il suo cliente non si muove mai di giorno, dorme in una bara, è circondato di donne della sua stessa natura, è capace di trasformarsi in pipistrello. Solo con la partenza di Dracula, che si trasferisce a Londra, la prigionia di Harker ha termine; ma anche se la vicenda si sposta a Londra, dove il conte è giunto chiuso in una cassa e dove terrificanti eventi cominciano a ripetersi, l’incombente spettro del castello transilvano continua a esercitare il suo perverso fascino sul racconto. (…) Stoker non visitò mai i luoghi transilvani che descrisse.


5. VATTELAPESCA
Nome dell’immaginario paese descritto nella commedia dialettale milanese La statua del sur Incioda di Ferdinando Fontana (1850-1919). È qui che abita Gioacchino Finocchi, il quale, oltre a essere sindaco, possiede una locanda intitolata al “Porco di Sant’Antonio”, nella quale lavora un abile cuoco, Paolo Incioda. Tutta la vicenda ruota intorno alla presunta morte del sur Incioda a seguito di un assalto di briganti e sulla decisione del sindaco di erigergli una statua; statua che lo scalpellino non riesce a realizzare nei tempi previsti e che viene sostituita all’ultimo minuto, al momento dell’inaugurazione, dal sur Incioda in persona, che evidentemente non era morto e che si presta a far da spalla all’infelice artista. Accanto all’idea centrale ruotano diversi personaggi pittoreschi e macchiettisti che animano il paese di Vattelapesca e la sua trattoria. Il toponimo, derivato dall’espressione colloquiale vattelappesca (‘vattelo a pescare’, ‘vallo a indovinare’) colloca la località in una dimensione imprecisata.