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RIFLESSIONI SULLA SCRITTURA E DUBBI DI VIRGINIA WOOLF

C’è un piccolo libro, si chiama Spegnere le luci e guardare il mondo di tanto in tanto. Riflessioni sulla scrittura (minimum fax, 2014), a cura Federico Sabatini, ricercatore di letteratura inglese all’Università di Torino. Raccoglie estratti dall’epistolario di Virginia Woolf: pensieri, idee, difficoltà, gioie del suo lavoro di scrittrice.

La lettera che vi riportiamo riporta data 16 marzo 1926 ed è indirizzata a Vita Sackville-West. Nel 1919 Virginia e Leonard Woolf hanno acquistato la Monk Houseve ne abbiamo parlato – un casolare immerso nella campagna di Rodmell. Nel 1922 inizia la relazione della scrittrice con Vita – qui il loro carteggio – ispiratrice della figura di Orlando, l’aristocratico gender-crossing interpretato al cinema da Tilda Swinton. Mrs Dalloway esce nel 1925, il romanzo che segue Clarissa, la protagonista, in un solo giorno della sua vita. Due anni dopo Virginia Woolf pubblica Gita al faro, il ritratto della famiglia Ramsay in vacanza in Scozia. Si tratta del suo bestseller, le vendite superano tutti gli altri romanzi.

In mezzo c’è la lettera indirizzata a Vita. Nelle parole di Virginia emerge – nonostante il successo – una certa insicurezza. Non la nasconde, non la maschera. Perché, come diceva Bukowski,  i cattivi scrittori tendono ad avere fiducia in se stessi, mentre è dei buoni scrittori nutrire dubbi:

Per quanto mi riguarda il mot juste hai decisamente torto. Lo stile è una questione molto semplice: è una questione di ritmo. Una volta che lo acquisisci, non puoi sbagliare a usare le parole. D’altro canto, è anche vero che sono rimasta qui seduta da metà mattinata, la testa zeppa di idee, ho avuto delle illuminazioni e così via, ma non riesco a districarle perché mi manca il ritmo giusto. Ora, definire il ritmo è una questione molto profonda, molto più profonda delle parole. Una scena, un’emozione, crea quest’onda nella mente, molto prima di trovare le parole adatte per esprimerla: e nella scrittura (questa è la mia attuale convinzione) bisogna riprendere quest’onda e rimetterla all’opera (che a quanto pare non ha nulla a che fare con le parole) e poi, quando essa irrompe ruzzolando nella mente, troverà anche le parole adatte per esprimerla: senza dubbio, però, il prossimo anno avrò un’altra opinione.


Il libro
Spegnere le luci e guardare il mondo di tanto in tanto. Riflessioni sulla scrittura
(minimum fax, 2014) a cura di Federico Sabatini

copertina virginia woolf

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