BOCCIATI. LA STORIA DI 2 FAMOSI RIFIUTI EDITORIALI
Molti romanzi diventati celebri e anche best seller sono stati rifiutati dalle case editrici. Qualche esempio? Cent’anni di solitudine di García Márquez. Sherlock Holmes. L’Ulisse di Joyce è stato respinto dalla Hogarth Press perché di una noia mortale. Qui la lettera in cui Bukowski ringrazia John Martin della Sparrow Press editore, che – dopo una miriade di no – gli offrì addirittura un vitalizio, a patto che mollasse l’impiego alle poste per dedicarsi alla scrittura a tempo pieno.
Oggi vi parliamo di due romanzi in particolare che sono stati prima rifiutati, per motivi diversi, e che poi hanno avuto successo. Sono Lolita di Nabokov e La campana di vetro di Sylvia Plath.
Lolita ha venduto 50 milioni di copie ed è diventato uno stimatissimo classico, ma solo dopo numerosi no da varie case editrici. Nabokov ha ricevuto lettere di rifiuto da molti editori, tra questi Blanche Knopf stessa. La Alfred A. Knopf, Inc. è una casa editrice di New York, acquistata dalla Random House nel 1960, passata poi alla Bertelsmann.
Lolita è un romanzo che chiese al suo autore cinque anni per la stesura e nessuno voleva pubblicarlo, per via del tema predominante, che a prima vista era la pedofilia. Uscì a Parigi nel 1955 e in inglese per la Olympia Press, all’epoca specializzata in letteratura erotica. Venne ufficialmente vietato, Lolita, e proibito. Negli Stati Uniti venne pubblicato solo tre anni più tardi.
Fu definito nauseate, anche per un freudiano illuminato, un incrocio improbabile tra realtà e una fantasia orribile. Un sogno selvaggio e nevrotico a occhi aperti. E qualcuno si augurò che venisse sepolto per mille anni.
Veniamo a Sylvia Plath. Della scrittrice di Boston molto spesso vi abbiamo parlato: della sua estate a New York nella redazione di Mademoiselle, quando lanciò la propria valigia dalla finestra dell’hotel, del suo desiderio di libertà, della sua idea dell’amore.
Sempre Knopf ha ricevuto La campana di vetro. Ma Sylvia Plath aveva deciso di presentarlo sotto lo pseudonimo di Victoria Lucas. La scoperta che dietro questo nome falso ci fosse proprio lei imbarazzò tutti in casa editrice e suscitò maggior interesse per il romanzo, che venne comunque respinto. La campana di vetro è diventato un classico della letteratura americana, ma in prima battuta fu considerato non pubblicabile. Perché?
Perché non abbastanza vero. Perché troppo palesemente autobiografico. Non vi è alcun punto di vista. Sono fatti personali mescolati insieme senza nessuna virtù romanzesca. Perché mal concepito, perché scritto male.
I libri
Vladimir Nabokov, Lolita (Adelphi)
Sylvia Plath, La campana di vetro (Mondadori)