LA VERITÀ SULLA STORIA D’AMORE TRA JANE AUSTEN E TOM LEFROY
Jon Spence, autore del romanzo Becoming Jane Austen, ha modellato la biografia della giovane scrittrice sul suo romanzo più celebre, Orgoglio e Pregiudizio. Si tratta di libro che prende dalla biografia di Jane Austen a piene mani, ma, invece di riportare fatti e ovvie lacune, lascia il passo all’immaginazione. Da questo romanzo è tratto l’omonimo film con Anne Hathaway e James McAvoy. Jon Spence è stato il consulente storico del film.
Il romanzo, pubblicato dalla Hambledon Continuum nel 2003, racconta la giovinezza di Jane, il rapporto con la famiglia – la madre che la vuole in sposa, la sorella Cassandra che perde il suo innamorato, missionario a Santo Domingo – e soprattutto narra di quello che potrebbe essere stato il primo amore, e unico, di Jane Austen, Tom Lefroy.
Il romanzo di Spence è stato ottimamente recensito: uno dei migliori libri su Jane Austen, libro scritto straordinariamente bene, una gioia leggerlo, dettagliato, frutto di un’intima conoscenza dell’opera della scrittrice.
Secondo le lettere, l’unico materiale a disposizione dello storico per conoscere il rapporto tra Jane Austen e Tom Lefroy, il giovane irlandese è stato davvero il primo amore di Jane. Molte lettere, però, sono andate perdute: è stata Cassandra a bruciarle e forse ha fatto sparire proprio le missive che contenevano i dettagli più interessanti e succosi, per non offendere la memoria della sorella e della famiglia. Quindi ci sono moltissime lacune. E proprio nelle lacune della storia è pentrata l’immaginazione dello scrittore.
Tom Lefroy era uno studente di diritto di origine irlandese. Nel romanzo e nel film è audace, non si tira certo indietro di fronte a una rissa, il giovane dal volto di James McAvoy. Viene mandato nello Hampshire proprio per punizione: basta tumulti della capitale, un po’ di campagna non gli avrebbe certo fatto male. La storia dice altro: studente modello, diligente, di buon cuore, umile. E nello Hampshire ci va, sì, ma per andare a far visita ai suoi parenti.
I due hanno trascorso solo un paio di settimane insieme, nel periodo tra Natale e Capodanno. Tom, serio, tranquillo, equilibrato, e Jane, dall’umorismo e ironia mordace. Tom era di buona famiglia, ma non una famiglia abbiente, suo padre aveva militato nell’esercito, lui era il figlio più grande e da lui dipendeva il sostentamento della madre, dei fratelli e delle sorelle. Erano undici, in tutto.
Che Tom Lefroy non avesse sufficienti risorse economiche per sposare Jane è vero. Vero anche che la famiglia Austen non era ricca, e dunque il loro matrimonio era impossibile. E infatti Tom Lefroy sposa un’altra donna, perché non era come Darcy, erede di una grande fortuna e di un palazzo magnifico, Pemberley. Ci sono state di certo interferenze delle rispettive famiglie che hanno reso impossibile l’unione tra i due giovani.
Quella che nel film è raccontata come una passione ardente, nella realtà biografica doveva essere stato un flirt molto più garbato. I due non si videro mai più, dopo quelle due famose settimane di sguardi e balli nello Hampshire.
Il film si conclude un salto in avanti di qualche anno: Jane Austen è finalmente diventata Jane Austen e vive della sua penna. Ha raggiunto il suo obiettivo e soddisfatto il suo desiderio. A una lettura pubblica, ma non sua, perché Jane mantiene l’anonimato, arriva Tom Lefroy, un po’ invecchiato, con una bambina con sé. Rimproverandola, pronuncia il suo nome, la figlia di Lefory si chiama Jane.
La storia dice che Lefroy ha avuto ben nove figli dal suo matrimonio e che una si chiamasse davvero Jane. Ma è anche vero che una sua parente portava quel nome, ed era uso tramandare i nomi della famiglia. Ci piace pensare, a noi fan di Jane Austen, che il nome della piccola fosse un tributo all’amore di gioventù tra Tom e la scrittrice di Emma, ma non sapremo mai se è andata davvero così.