Rosa Luxemburg ritratto bianco e nero grande

ROSA LUXEMBURG E IL BUFALO. UN PO’ DI COMPASSIONE

Compassione è, secondo Dostoevskij, la capacità di estrarre dall’altro la radice prima del suo dolore, e farla propria. Ed è necessaria, molto più della passione, nel rapporto con gli altri e con se stessi. Di compassione parla un piccolo libro rosso, che racconta un episodio particolare: nel carcere di Breslavia, pochi mesi prima di venire assassinata, Rosa Luxemburg  rivoluzionaria e teorica del socialismo polacca – assiste a una scena violenta. Una scena violenta e inspiegabile, insolita. La descrive alla sua amica Sonja Liebknecht nella lettera contenuta nel libro. Un breve testo illuminante.

La violenza a cui Rosa Luxemburg assiste non è riservata a un altro carcerato, a un altro essere umano, ma un bufalo. È un animale, vessato e torturato, che, nel sentire il dolore, acquista sembianze di bambino: il bufalo è un animale dagli occhi di bambino, un bambino che ha pianto a lungo. Come Rosa Luxemburg anche il bufalo è oggetto di sopruso e come lei verrà ucciso.

Lei – che partecipò alla rivoluzione tedesca nel novembre del 1918 e contribuì a fondare il Partito Comunista di Germania – venne rapita e poi uccisa nel corso della Rivolta di gennaio, iniziata nel 1919. A compiere l’assassinio, i soldati chiamati Freikops, gruppi paramilitari agli ordini del governo socialdemocratico. Il corpo di Rosa Luxemburg fu gettato in un canale. Una volta recuperato, alla rivoluzionaria fu dedicato un monumento, ma il cimitero verrà raso al suolo dai tedeschi e molti resti andranno dispersi. Ogni anno a metà gennaio, a Berlino, si tiene una manifestazione per ricordarla.

Ma torniamo in carcere. Rosa Luxemburg, imprigionata, assiste alla scena. E l’identificazione con l’animale si compie. Le lacrime del bufalo sono le sue, le stesse, donna e animale piangono insieme di un pianto che ha la stessa sostanza. Identica. Gli occhi di Rosa Luxemburg e quelli dell’animale sono gli stessi, sono occhi che guardano la guerra.

E tutta questa grandiosa guerra mi passò davanti agli occhi, così si conclude così la lettera a Sonja. La guerra passa – senza fare distinzioni – davanti agli occhi di entrambi, e non è un passaggio senza conseguenze, di quella guerra, che porta dolore, debolezza e nostalgia, muoiono sia l’animale si Rosa Luxemburg.

Sonička, la pelle del bufalo è famosa per essere assai dura e resistente, ma quella era lacerata. Durante le operazioni di scarico gli animali se ne stavano esausti, completamente in silenzio, e uno, quello che sanguinava, guardava davanti a sé e aveva nel viso nero, negli occhi scuri e mansueti, un’espressione simile a quella di un bambino che abbia pianto a lungo. Era davvero l’espressione di un bambino che è stato punito duramente e non sa per cosa né perché, non sa come sottrarsi al tormento e alla violenza bruta… gli stavo davanti e l’animale mi guardava, mi scesero le lacrime — erano le sue lacrime, Sonička; per il fratello più amato non si potrebbe fremere più dolorosamente di quanto non fremessi io, inerme davanti a quella silenziosa sofferenza. Quanto erano lontani, quanto irraggiungibili e perduti i pascoli liberi e rigogliosi della Romania! E qui… questa città ignota e abominevole, gli uomini estranei e terribili, il sangue che scorre giù dalla ferita aperta. Oh mio povero bufalo, mio amato fratello, ce ne stiamo qui entrambi e siamo tutt’uno nel dolore, nella debolezza, nella nostalgia.

Intanto il soldato ficcò le mani nelle tasche dei pantaloni, se ne andò in giro per il cortile ad ampie falcate, sorrise e fischiettò tra sé una canzonaccia.

E tutta questa grandiosa guerra mi passò davanti agli occhi…


Questo episodio, insieme ad altri, tra poesie e racconti, è al centro del reading di domenica 2 ottobre, ore 19 al Circolo dei lettori, nell’ambito di Torino Spiritualità “D’istinti animali”. Si intitola Brani di carne e un po’ di compassione e leggeranno Antonella Delli Gatti e Davide Giglio, con il live painting di Stefano Giorgi e i suoni e musiche di Giulio Berutto. L’elaborazione drammaturgica è di Armando Buonaiuto, curatore del festival.

 


Il libro
Rosa Luxemburg, Un po’ di compassione (Adelphi)

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