CIRCOLO DEI LETTORI STANGER THINGS

STEPHEN KING E STRANGER THINGS. E SU COME NASCONO IDEE STRANE E STRAORDINARIE

Oggi compie gli anni Stephen King. Noi, che abbiamo passato l’estate in compagnia della serie tv Netflix Stranger Things, abbiamo deciso di festeggiare apportando qualche cambiamento al logo del Circolo dei lettori. Mica male. Abbiamo usato questo. E perché? Perché Stephen King e la storia di Mike, Lucas e Dustin, i ragazzini che – in sella alle loro BMX – cercano Will, l’amichetto scomparso, sono collegate in moltissimi modi.

Il primo episodio, per esempio, si conclude con un chiaro riferimento a Pennywise, il clown del romanzo It. E poi: scrivere di ragazzini ai margini delle tipiche cricche del liceo è una delle cose che a King viene meglio, vi ricordate Stand By Me? È tratto dal racconto Il corpo (The Body) contenuto nella raccolta di novelle Stagioni diverse e racconta proprio di ragazzini che, durante un’estate, decidono di andare a cercare il cadavere di un loro coetaneo, che si dice sia abbandonato lungo le rive di un fiume. Per farlo seguono i binari del treno. E anche i protagonisti di Stranger Things faranno lo stesso. Insomma, Mike, Lucas, Dustin e Will sono proprio così: giocano a Dungeons and Dragons e vengono derisi dai bulli, le ragazze non sanno cosa siano, e infatti la misteriosa Eleven porterà scompiglio nelle loro vite.


 

stranger things protagonisti
stranger things protagonisti
stand by me protagonisti


Già, Eleven. Certo non porta scompiglio nel gruppo solo perché è una ragazza. No. Eleven è stata rapita e sta sfuggendo alle grinfie di un’oscura organizzazione governativa. Ha poteri straordinari, come la telecinesi. Riesce a sollevare con il pensiero camion ed esseri umani. Elevan pare un omaggio al personaggio di L’incendiaria, romanzo di King del 1980, che racconta proprio di una bambina capace di creare il fuoco e manipolarlo con il potere della mente.


 

stranger things eleven undici
l'incendiaria


 

Come in un romanzo di King, il soprannaturale irrompe nelle vite dei personaggi. Il mondo di Stranger Things non è unico, ma doppio. C’è la realtà che vediamo tutti, le strade su cui camminiamo ogni giorno, la scuola, i boschi, il cielo. E poi c’è un mondo parallelo, che si chiama Sottosopra (The Upside Down) abitato da creature orrende e malefiche. Naturalmente per colpa del governo, di qualche esperimento andato malissimo, queste creature hanno trovato il modo di penetrare nel nostro mondo. E questo cosa ricorda? L’irrompere nella nostra realtà di cose strane, gigantesche e spaventose, succede anche in The Mist, il racconto di King (La nebbia) da cui è stato tratto il film del 2007 diretto da Frank Darabont.


stranger things sottosopra
stephen king the mist film


Stranger Things si collega anche a un recente romanzo di Stephen King, La storia di Lisey (2006). La protagonista ha perso il marito scrittore, e mentre riordina le sue cose, carte e libri, ripercorre la loro vita: i ricordi però emergono in modo non casuale. Succedono cose strane, e Lisey capisce che l’universo immaginario di Scott potrebbe esistere davvero. Un’altra realtà parallela. E anche lei si metterà alla ricerca, come fa Joyce, la madre di Will, scomparso misteriosamente.

Ma dove trova, Stephen King, tutte queste idee? In On Writing – Autobiografia di un mestiere, tra le altre cose, esplora la somiglianza tra la scrittura e i sogni. Afferma l’importanza di avere una routine quotidiana regolare, per concentrarsi, e utili però sono anche i sogni, afrodisiaci creativi. Dice che, come la stanza da letto, anche la stanza in cui lo scrittore lavora deve essere un luogo in cui egli sogna. Un luogo privato, tranquillo, in cui i sogni possono arrivare. La ritualità da svegli è simile a quella che si compie prima di andare a dormire. King dice di sonnecchiare anche da sveglio: così libera la propria immaginazione.

Il pensiero razionale va insomma sbloccato, è necessario sognare a occhi aperti immagini vivide. E per farlo è necessario allenarsi. L’unica cosa di cui uno scrittore ha bisogno è una porta da chiudere: una porta da chiudere è il modo di dire al mondo che si è pronti a compiere un’impresa.


 

Il libro
Stephen King, On Writing – Autobiografia di un mestiere (Frassinelli)

on writing king copertina