MICHEL MAFFESOLI: L’INTEREZZA DELL’ESSERE. LEGGERE CON CAUTELA
Accettare l’animalità non è un’operazione solo empirica.
È la crisi o il superamento della dicotomia corpo/spirito propria del pensiero giudaico cristiano, che ha dato luogo a un immaginario schizofrenico che oscilla tra epoche razionaliste ed epoche spiritualiste. È il disincanto del mondo descritto da Weber, che parte dalla logica disgiuntiva del diniego del corpo, dell’incarnazione, e mette al centro lo sradicamento della pianta umana, della sua natura animale. È la crisi portante del passaggio dalla modernità alla post-modernità.
Michel Maffesoli pronostica che nel sotterraneo, nella società ufficiosa dei giovani, bisogna ritrovare il ‘re clandestino’, la guida dell’opposizione alle opposizioni, inculcate dall’educazione e dall’organizzazione sociale. Il luogo del diniego del duale è internet, dove si discute di religione, filosofia, erotismo, gli elementi archetipici dell’interezza dell’essere teorizzata da Maffesoli. Il metodo di applicazione non è la dialettica ma la ripresa di idee, la loro distorsione e la guarigione derivante dalla loro messa in pratica. Maffesoli lo ritrova nella tribù post-moderna che riprende alcuni elementi, li distorce e crea una nuova società. Con il corporeismo si giunge all’epifania del corpo, appunto, e al suo innalzamento nel mondo circostante. La conclusione della post-modernità è la nuova sinergia tra arcaico (nel senso di fondamentale) e sviluppo tecnologico (internet). La nozione di comunità emozionale di Weber, con l’assoggettamento al carisma, descrive bene l’atmosfera che stiamo vivendo: la naturalizzazione della cultura e la culturalizzazione della natura. Maffesoli ipotizza il superamento dell’homo aeconomicus e l’ascesa dell’ordo amoris, per cui oltre la libertà, oltre l’autonomia siamo legati all’amore, per gli animali, per l’altro da noi. L’alterità, infatti, mette alla prova il pensiero e la ragione sensibile porta all’integrazione dell’animalità costitutiva.
Il paradosso contemporaneo è che la tecnica disincantante dell’educazione, del senso comune e dell’organizzazione sociale partecipa e forma il reincanto dal basso, la filosofia non progressista ma progressiva che reintegra la tradizione del nostro essere animali per partecipare all’interezza dell’essere.
Non siamo davanti all’ascesa dell’unità ma dell’unicità, un insieme in cui gli elementi non si alterano. Non identità ma identificazione.
Carola Tirrito, nata nell’86 a Palermo, si trasferisce a Torino per studiare Antropologia culturale ed etnologia. Si interessa in particolare di studi antropologici ed evolutivi della religione.