uomini scimmie

TUTTI PARENTI, TUTTI DIFFERENTI. CHE COSA VUOL DIRE ESSERE AL 98% SCIMPANZÉ

“Non assomigliamo solo alle scimmie. Condividiamo più o meno pezzi di codice genetico con tutte le specie viventi. Perché molte delle proteine codificate dai geni sono necessarie a un uomo come a un animale come a una pianta”. Guido Barbujani

Se dobbiamo cercare i nostri antenati dobbiamo cercarli nel passato, non nel presente, come invece tentano di fare alcuni. Da quando, 6 milioni di anni fa, è comparso l’antenato comune dell’uomo e dello scimpanzé, nel tempo si sono susseguite molte specie differenti, alcune delle quali sono sopravvissute mentre altre sono scomparse.

Tuttavia, la storia dell’umanità vera e propria, è iniziata con l’età della pietra (2,3 milioni di anni fa), quando è comparso l’homo habilis, il primo essere apparente alla specie homo. L’homo habilis era infatti in grado di fare qualcosa che nessuno scimpanzé sa fare: utilizzare un utensile per costruire un altro utensile.

Ma l’evoluzione umana, al contrario di quanto si pensa, non è stata lineare, l’evoluzione di una specie infatti non si configura come un processo che vede il passaggio da forme più semplici a forme più complesse. 

“Essere l’unica specie umana sulla Terra oggi ci sembra scontato, ma fino a qualche millennio fa non lo era affatto”, “oggi ci siamo solo noi, ma sono esistite molte altre forme umane, e non è facile sostenere che l’unica rimasta, la nostra, sia rimasta perché era proprio la migliore”. 

Nel tempo ci siamo evoluti, è vero, ma non sempre nel modo migliore, si potrebbe piuttosto dire che ci siamo adattati.

Divenendo bipedi, la colonna vertebrale ha assunto una forma retta, invece che ricurva come negli scimpanzé, con il risultato che la nostra schiena è divenuta molto più delicata, e spesso ci causa problemi.

Inoltre il bacino, a conseguenza della nostra posizione eretta, è divenuto più stretto, cosa che rende, per le donne, più difficile partorire.

Il processo di encefalizzazione, ovvero il costante aumento della massa celebrale, ha invece permesso all’uomo di avere un cervello più grande.

Riguardo alla nostra evoluzione tuttavia molte cose ci sono ancora ignote.

Siamo bipedi, è vero, ma perché? E perché il nostro cervello è così grande?

Perché possediamo la facoltà di linguaggio? Ma, soprattutto, perché tutto questo è successo solo a noi?

Molte risposte le possediamo grazie allo studio del DNA.

Il DNA ha svelato, ad esempio, che discendiamo tutti da uno stesso gruppo esisto 60 mila anni fa e che nel giro di 20 mila anni, uscendo dall’Africa, ha colonizzato tutto il pianeta. Siamo tutti africani.

Siamo tutti parenti e tutti differenti. 

E questo non vale solo per gli esseri umani, ma anche per gli essere umani e gli scimpanzé. Esseri umani e scimpanzé sono infatti sicuramente parenti, condividendo ben il 98% del DNA, ma senza dubbio anche molto differenti, poiché nessuno oggi scambierebbe un essere umano per uno scimpanzé.

Costanza Franceschini