NON ANDARTENE DOCILE IN QUELLA BUONA NOTTE. DYLAN THOMAS
Il 27 ottobre 1914 nasceva Dylan Thomas, il poeta di Non andartene docile in quella buona notte, il poeta a cui il giovane Robert Allen Zimmerman (forse*) rubò il nome, quando scelse di farsi chiamare Bob Dylan. Il poeta che diceva che il posto giusto per un poeta è stare da nessuna parte.
Ha cominciato prestissimo a scrivere Dylan Thomas e sorprendentemente circa i due terzi della sua opera sono frutto della sua tarda adolescenza. Lasciò la scuola a 16 anni per diventare reporter junior al South Wales Daily Post e cominciò a scrivere le prime poesie su quaderni, pratica che non abbandonò mai. La prima raccolta di 18 componimenti uscì nel 1934, la sua più famosa, sopra citata, è del 1952. Ma è nel 1933 che Dylan Thomas si fa conoscere. Il New English Weekly pubblica E la morte non avrà più dominio e da Swansea, Galles, va a Londra, dove si trasferirà.
Le sue poesie non sono intellettuali e non affrontano temi sociali, ricordano bensì il romanticismo con un approccio lirico ed emotivo al verso. Ma, nonostante il successo, Dylan Thomas e la sua famiglia – sposò Caitlin Macnamara nel 1937 dalla quale ebbe due figli – vivevano in condizioni precarie. Il problema erano i soldi e la dipendenza da alcol di Thomas. Il poeta lavorò anche per la BBC durante la Seconda Guerra Mondiale per pagare i vari debiti e portò le sue poesie in giro per gli Stati Uniti con spettacoli che poco avevano a che fare con i classici e posati eventi poetici.
E proprio a New York, dopo molte bevute alla White Horse Tavern di Manhattan, Dylan Thomas crollò. E successe al Chelsea Hotel. Morì poco tempo dopo all’ospedale, il 9 novembre 1953, all’età di 39 anni. Il referto medico riporta come cause: polmonite, edema cerebrale, steatosi epatica.
È stato un po’ bardo e un po’ artista romantico in contrasto con la modernità. Le sue prime poesie, i notebook dei suoi 16 anni, parlano d’amore e di identità. Ossessionato dalle parole, dal loro suono e significato, ha rivoluzionato la sintassi. Riteneva la propria oscurità “fuori moda”. Si interessava all’universo come all’essere umano.
La sua poesia più famosa – citata anche nel capolavoro di Christopher Nolan, Interstellar – è dedicata al padre David John malato di cancro. Si tratta della supplica di un figlio al padre morente, che il poeta scandisce elencando quattro categorie di uomini, i saggi, i probi, gli impulsivi, gli austeri: a qualsiasi categoria appartenga il padre, non importa. Il figlio guarda il proprio padre dissolversi e gli chiede di infuriarsi, nonostante tutto, nonostante la “buona notte” che è la morte, sia uno svanire docile della luce, la chiusura piana di un lungo giorno. La poesia è questa, e risuona in Mi piacerebbe ogni tanto averti qui dei Massimo Volume.
Non andartene docile in quella buona notte,
I vecchi dovrebbero bruciare e delirare al serrarsi del giorno;
Infuria, infuria, contro il morire della luce.Benché i saggi conoscano alla fine che la tenebra è giusta
Perchè dalle loro parole non diramarono fulmini
Non se ne vanno docili in quella buona notte,I probi, con l’ultima onda, gridando quanto splendide
Le loro deboli gesta danzerebbero in una verde baia,
S’infuriano, s’infuriano contro il morire della luce.Gli impulsivi che il sole presero al volo e cantarono,
Troppo tardi imparando d’averne afflitto il cammino,
Non se ne vanno docili in quella buona notte.Gli austeri, prossimi alla morte, con cieca vista accorgendosi
Che occhi spenti potevano brillare come meteore e gioire,
S’infuriano, s’infuriano contro il morire della luce.E tu, padre mio, là sulla triste altura maledicimi,
Benedicimi, ora, con le tue lacrime furiose, te ne prego.
Non andartene docile in quella buona notte.
Infuriati, infuriati contro il morire della luce.
* L’ultimo premio Nobel per la letteratura, il cantante di The Times They Are a-Changin’, ha sempre negato il nesso tra il proprio nome d’arte e il nome del poeta gallese. Solo nella recente autobiografia Chronicles (Feltrinelli) ha ammesso di essersi ispirato a lui. Tiziano Sclavi, invece, non ha mai fatto mistero d’aver scelto il nome Dylan per il suo Dylan Dog come omaggio a Dylan Thomas.