PAUL VALERY

L’AMORE CONSISTE NELL’ESSERE STUPIDI INSIEME. PAUL VALÉRY IN 10 FRASI

Un uomo serio ha poche idee. Un uomo con molte idee non è mai serio.
Il 30 ottobre del 1871 nasceva a Sète Paul Valéry, poeta e saggista.

Sète è una cittadina a Sud della Francia, affacciata sul mare, il secondo porto del paese sul Mediterraneo, dopo Marsiglia. Il mare, con il suo luccichio, il sole, che si posa sull’abisso, e soprattutto quel piccolo cimitero presso il Mont St-Clair, ispirarono la sua poesia più famosa, Cimitero marinoCimitero marino è del 1920. La scrisse a Parigi. Qui potete leggerla, questa la prima strofa:

Quel tetto quieto, corso da colombe,
In mezzo ai pini palpita, alle tombe;
Mezzodì il giusto in fuochi vi ricrea
II mare, il mare, sempre rinnovato!
Che ristoro a un pensiero è un lungo sguardo
Posato sulla calma degli dèi!

Paul Valéry studiò a Montpellier, appassionato di mare voleva iscriversi all’Accademia navale ma non ci riuscì, così ripiegò su Giurisprudenza, ma non fu uno studente brillante. Leggeva Hugo, Gautier, Baudelaire, Huysmans, scoprì in seguito i poeti simbolisti, soprattuto Verlaine e Mallarmé. Queste le prime sue influenze poetiche. Incontrò Mallarmé grazie a un amico in comune, conobbe anche André Gide. Un giorno, era a Genova, si convinse che – con Mallarmé la poesia avesse trovato il suo apice, il suo massimo. Nonostante la pubblicazione di  qualche proprio componimento su riviste, abbandonò le proprie velleità. A Parigi cominciò a lavorare e per 20 anni si dedicò allo studio, alla formazione del proprio pensiero. Lesse soprattutto di matematica, per cogliere e comprendere il funzionamento della mente umana e cominciò così la sua attività di scrittore. È di questo periodo Monsieur Teste. 

Paul Valéry aveva l’abitudine di appuntare su quaderni, per diverse ore, di mattina presto, tutti i suoi pensieri. Ne riempì 250, testimonianza del lavoro mai stanco della sua mente.

Vi abbiamo detto che rinunciò alla poesia, per via della perfezione secondo lui raggiunta da Mallarmé, ma continuò a frequentare l’ambiente letterario parigino e – grazie soprattutto al consiglio e all’amicizia di André Gide – Valéry ricominciò a scrivere e a rimaneggiare le proprie poesieAdelphi le ha pubblicate, sia le opere di prosa che quelle di poesia, nel catalogo trovate: Cattivi pensieri, L’idea fissa, Sguardi sul mondo attuale e i Quaderni.

1. Di universale c’è soltanto ciò che è abbastanza grossolano per esserlo.

2. La nostra speranza è che il nuovo assomigli a ciò che già conosciamo almeno quel tanto da poterlo comprendere.

3. Il genio si muove nella follia, nel senso che si tiene a galla là dove il demente annega.

4. Un’idea è un cambiamento.

5. Una donna intelligente è una donna con la quale uno può essere stupido quanto vuole.

6. Il poema – questa esitazione prolungata tra il suono e il senso.

7. La stupidità non è il mio forte.

8. L’amarezza viene quasi sempre dal non ricevere un po’ più di ciò che si dà.

9. Fra due parole bisogna scegliere la minore.

10. Se noi capissimo gli altri, non potremmo più capire noi stessi.