Nobuyoshi Araki

ABBIAMO LETTO LA VEGETARIANA DI HAN KANG

Prima che mia moglie diventasse vegetariana, l’avevo sempre considerata del tutto insignificante. Comincia così La vegetariana di Han Kang, pubblicato per Adelphi. Lei è Yeong-hye, una presenza inizialmente irrilevante, almeno agli occhi del marito, che racconta la prima parte della sua storia.

Il signor Cheong è un impiegato mediocre e mediocre è il suo sguardo sul mondo. Le sue considerazioni sulla moglie sono rozze. Conosciamo “La vegetariana” prima attraverso i suoi occhi, infelice e senza passioni, in apparenza, ordinaria. Lui non capisce la fragilità né il potenziale di lei.

Ma succede qualcosa, un qualcosa di imprecisato che ha a che fare con un sogno. Cheong trova Yeong-hye seduta per terra e circondata da tanti pacchettini. Tutta la loro dispensa è sparsa sul pavimento, ma non tutto quanto trova posto. Ciò che la moglie vuole buttar via, i cibi di cui si vuole liberare, sono carne e pesce. Ma anche le uova e il latte. Se il marito le chiede perché lei risponde: Ho fatto un sogno.

Quel sogno è buio e sanguinoso, aggressivo e tremendo. Un sogno di violenza che tiene sveglia Yeong-hye e le impedisce di nutrirsi di carne. Un sogno amaro, mortale. E da lì tutto cambia: la moglie non è più solo moglie, la donna non è più qualsiasi: Yeong-hye è La vegetariana, come se fosse un marchio, una carica, un lavoro. Un lavoro fatto di no, di rinunce, di lento isolamento.

Il romanzo si divide in tre atti: il primo riguarda Yeong-hye e la sua famiglia, il marito e gli altri, come prendono la sua decisione, che cosa succede ai rapporti. Il secondo è il racconto del cognato, ossessionato dal corpo di lei. Nel terzo la famiglia di Yeong-hye crolla. L’articolazione del libro mostra la rigidità della società giapponese, tutte le aspettative che gli altri nutrono verso Yeong-hye, quanto reputino la sua scelta deprecabile. E poi il desiderio, tema centrale del libro, il desiderio e la negazione del suo esprimersi.

Sensuale, provocatorio, violento, seducente, La vegetariana è pieno di immagini potenti e di colori, e di domande inquietanti.


Immagine Nobuyoshi Araki