LEGGERE GIOVANNI ARPINO. I 5 LIBRI PER COMINCIARE
Giovanni Arpino, grande osservatore e narratore della società italiana, è nato nel 1927 e morto nel 1987. Quest’anno ricorrono i 90 anni dalla nascita e i 30 dalla morte e il Circolo dei lettori gli dedica due incontri nella giornata di giovedì 11 maggio. È Universo Arpino dalle ore 18.
Stile asciutto e ironico quello di Arpino, che si è dedicato a romanzi, drammi e novelle per bambini. Tra i più attenti alla struttura narrativa e allo stile, è stato uno sperimentatore di parole e di versi, questi ultimi in dialetto. Se non l’hai mai letto, questo è il momento buono per cominciare.
Puoi partire da questa lista.
1. La suora giovane (1959)
Romanzo breve di Giovanni Arpino, è stato definito da Montale, “un racconto lungo che ha tutta l’aria di essere un capolavoro del suo genere”. Gli avvenimenti, raccontati sotto forma di diario, si svolgono in un gelido inverno torinese e vanno dal 10 dicembre 1950 al 2 gennaio 1951, protagonista Antonio Mathis, ragioniere quarantenne celibe, Serena, una giovane suora, sullo sfondo Torino. Si conoscono sul tram 21, presso la Gran Madre.
2. Un delitto d’onore (1960)
C’è stato un tempo, non lontano, in cui l’uomo “tradito” aveva il diritto di vendicarsi sulla moglie. Il romanzo di Arpino è una testimonianza letteraria di ciò che poteva succedere una volta compiuto quel crimine. Romanzo severo nella lingua e nelle immagini, non contiene alcun giudizio. Solo parole crude, dure, pesanti.
3. L’ombra delle colline (1964)
Premio Strega nel 1964, racconta un doppio viaggio: quello reale, che porta Stefano a trascorrere una breve vacanza in Piemonte, e quello tutto mentale ed emotivo nel suo passato, perché il Piemonte è la regione delle sue origini e della prima giovinezza. E un doppio ritorno: per rivedere i luoghi dove è vissuto e per fare i conti con persone, situazioni ed eventi che popolano la sua memoria e hanno influenzato il suo modo di essere e vivere di oggi.
4. Il buio e il miele (1969)
Il capitano Fausto, protagonista del libro, l’ufficiale che per un incidente di pace e non di guerra ha perso la vista e una mano, è un Achab senza Balena Bianca, prigioniero di un mondo nero, un Ulisse senza Iliade, al quale resta la possibilità di una piccola Odissea (una settimana, cinque più due come si dice nel gergo delle caserme), tra Genova e Roma, con tappa conclusiva Napoli dove lo attende (proprio a Napoli, la città del sole) un appuntamento con la morte. Lo strano destino di questo romanzo è di essere più famoso con il suo nome di battaglia cinematografico, Profumo di donna, che con il suo titolo originale. Il buio e il miele ha ispirato memorabili interpretazioni a due grandissimi attori come Vittorio Gassman (1974) e Al Pacino (1992).
5. Azzurro tenebra (1977)
A trent’anni dalla pubblicazione per l’Einaudi ritorna finalmente Azzurro tenebra, che Giovanni Arpino dedicò alla disfatta della Nazionale italiana di calcio ai campionati mondiali del 1974. Diventato un oggetto di culto, pressoché introvabile, il libro è certamente un grande romanzo sportivo, il solo del genere della nostra letteratura, ma è allo stesso tempo un’allegoria dell’Italia disastrata di quel periodo e una meditazione amara, malinconica eppure ilare sull’uomo che per vivere, soprattutto per non perdere la sua umanità e la speranza, deve sempre sfidare se stesso. Ben accolto al suo apparire da una parte dei critici, però incompreso da tanti altri, Azzurro tenebra è un romanzo che non si dimentica facilmente. Si legge tutto d’un fiato, è caratterizzato da un linguaggio felicemente inventivo e animato da personaggi memorabili, presi dalla realtà, “coinvolti ma non stravolti”: da Arpino stesso, che vi compare come Arp, al Vecio (Enzo Bearzot), Ferruccio Valcareggi, Giacinto Facchetti, Gigi Riva, Carlo Parola, giornalisti come Gianni Brera e Bruno Bernardi. La ristampa di questo libro importante non colma solamente il vuoto che avvertivano gli “arpiniani” fedeli, ma consentirà ai lettori di oggi di scoprire la maestria narrativa di Arpino.