FARE POCHISSIMO, L’ESORDIO DI PAOLO ONORI
Marco Pietramellara fa il giornalista. Sta scrivendo un importante reportage sulla beatificazione di Stalin e vuole recensire le stazioni emiliane. Lavora per Emilia Today “il vostro quotidiano preferito” e racconta balle. Sì, Pietramellara è specialista nel dire bugie. E le repertoria anche, in quadernetti neri che ha comprato all’Esselunga. Solo che, un giorno, misteriosamente o quasi, i suoi volumetti pieni di balle vengono rubati. È questa, e molto di più, la storia di Fare pochissimo (Marcos y Marcos) dell’esordiente Paolo Onori, che arriva al Circolo dei lettori, per la prima volta mercoledì 17 gennaio, ore 21 in dialogo con il regista Davide Ferrario. Anche se non viene mai usata questa ormai famosa, trita, espressione, si tratta di un romanzo che parla anche di fake news. E fake è anche il nome di questo esordiente, basta togliere la O iniziale per capire di chi si tratta.
E infatti scrive un altro Paolo, Nori, questa volta: «Sono arrivato alla presentazione di Paolo Onori che la presentazione era appena finita, e mi han detto che aveva detto, Onori, che, intanto che girava per la fiera, una ragazza l’aveva fermato gli aveva detto che aveva visto il suo libro, “Quello con Lenin in copertina”, aveva detto quella ragazza, aveva detto Onori in fiera, mi han detto». Paolo Nori, ha scritto anche sul suo blog, che forse, mercoledì 17 a Torino ci sarà anche a lui, ma solo se fa in tempo.
Ecco un estratto dal libro Fare pochissimo.
Questa è la mail che Pietramellara invia a un giornalista che vorrebbe tanto lavorare a Emilia Today e ha mandato una prova di articolo:
«Buongiorno Giacomo Maritoni; per il mio gusto personale, la cosa che mi ha mandato è troppo complicata. Le copio qua sotto una cosa che mi piace, è la descrizione di un gatto ed è stata pubblicata dal quotidiano francese Le Figaro:
Il gatto è un animale che ha due zampe davanti, due zampe dietro, due zampe sul lato destro e due zampe sul lato sinistro. Le zampe davanti gli servono per correre, le zampe dietro gli servono da freno. Il gatto ha una coda che segue il suo corpo. Essa finisce improvvisamente. Egli ha dei peli sotto il naso, rigidi come dei fili di ferro. È per questo che egli è nell’ordine dei «filini». Ogni anno il gatto desidera avere dei piccoli. Allora li fa: è a questo momento che diventa una gatta.
L’ha scritta, negli anni cinquanta, una bambina francese di nove anni. Il mio gusto, ci tengo a sottolinearlo, non vale niente, è il mio, e basta. Ma nel suo caso c’è anche un altro problema del quale le parlo adesso al telefono.
Stia bene
Marco Pietramellara».