SE. LA CELEBRE POESIA DI RUDYARD KIPLING
Joseph Rudyard Kipling: lo ricordiamo per Il libro della giungla (1894) e per Kim (1901) che hanno trovato il proprio posto nelle nostre librerie di bambini. Lo scrittore, nato a Bombay nel 1895, approdò in Inghilterra a 6 anni, insieme alla sorellina, per andare a scuola. A Kipling questo periodo della vita non piacque, la lontananza dai genitori lo rendeva triste. Al College conobbe la donna della sua vita, Florence Garrard, che ispirò anche il suo primo romanzo. I suoi insegnanti non lo ritennero idoneo per una borsa di studio a Oxford e quindi cominciò a lavorare: prima in Pakistan poi di nuovo in India.
Rudyard Kipling viaggiò tantissimo nella sua vita. In Birmania, Giappone, e Cina, e poi attraversò gli Stati Uniti. A Londra i suoi primi scritti cominciarono ad acquisire fama, e Kipling diventò rapidamente voce dell’imperialismo. Visse in America con la moglie Caroline detta Carrie, in una casa a Brattleboro che ora si trova in Kipling Road. Proprio in quel periodo, intorno al 1892, cominciò a scrivere i libri per cui tuttora è ricordato: Il libro della giungla.
Tornato di nuovo in Inghilterra, per via di una lite con il cognato, iniziò una serie di viaggi in Africa e nacquero Kim, Gunga Din, The White Man’s Burden. L’apice della popolarità lo raggiunse quando ricevette il Premio Nobel per la letteratura nel 1907 per Il libro della giunga: aveva solo 41 anni ed è il più giovane vincitore di sempre.
Oggi, anniversario della morte dello scrittore (18 gennaio 1936) lo ricordiamo però con una poesia. È famosissima e si intitola Se (If in inglese), scritta nel 1895. Si trova nel libro Ricompense e Fate. Ha uno scopo educativo e pedagogico, su come si diventa veramente uomini, sulle virtù che bisogna coltivare: perdonare, sognare, amare, perdonare, rischiare…
Curiosità : Se fu tradotta e pubblicata da Antonio Gramsci, col titolo Breviario per laici, nel numero dell’Avanti! Avanti! del 17 dicembre 1916.
E qui, la trovate recitata dal mitico Michael Caine:
Se saprai mantenere la testa quando tutti intorno a te
la perdono, e te ne fanno colpa.
Se saprai avere fiducia in te stesso quando tutti ne dubitano,
tenendo però considerazione anche del loro dubbio.
Se saprai aspettare senza stancarti di aspettare,
O essendo calunniato, non rispondere con calunnia,
O essendo odiato, non dare spazio all’odio,
Senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare troppo saggio;
Se saprai sognare, senza fare del sogno il tuo padrone;
Se saprai pensare, senza fare del pensiero il tuo scopo,
Se saprai confrontarti con Trionfo e Rovina
E trattare allo stesso modo questi due impostori.
Se riuscirai a sopportare di sentire le verità che hai detto
Distorte dai furfanti per abbindolare gli sciocchi,
O a guardare le cose per le quali hai dato la vita, distrutte,
E piegarti a ricostruirle con i tuoi logori arnesi.
Se saprai fare un solo mucchio di tutte le tue fortune
E rischiarlo in un unico lancio a testa e croce,
E perdere, e ricominciare di nuovo dal principio
senza mai far parola della tua perdita.
Se saprai serrare il tuo cuore, tendini e nervi
nel servire il tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tenere duro quando in te non c’è più nulla
Se non la Volontà che dice loro: “Tenete duro!”
Se saprai parlare alle folle senza perdere la tua virtù,
O passeggiare con i Re, rimanendo te stesso,
Se né i nemici né gli amici più cari potranno ferirti,
Se per te ogni persona conterà , ma nessuno troppo.
Se saprai riempire ogni inesorabile minuto
Dando valore ad ognuno dei sessanta secondi,
Tua sarà la Terra e tutto ciò che è in essa,
E — quel che più conta — sarai un Uomo, figlio mio!