UNO SCRITTORE DIMENTICATO, GÉRARD DE NERVAL
Avete mai letto Gérard de Nerval?
Romantico poeta e scrittore visionario, ha scritto opere che sembrano sogni, per quanto sono ricche di simbolismo. Considerato anticipatore del decadentismo, è nato a Parigi nel 1808 e morto il 26 gennaio 1855. Diventa famoso nel XX secolo, quando la sua opera venne interpretata dal romanticismo tedesco e successivamente con il surrealismo.
A Nerval piacevano gli antichi, ma anche i suoi contemporanei, gli piaceva leggere ed era di larghe vedute. A Sainte-Beuve l’opera di Nerval non andava a genio, Marcel Proust, invece, lo apprezzava. In Italia, Nerval, non è stato considerato come in Francia, non esistono studi completi sulla sua produzione.
Oggi vi proponiamo una sua poesia:
La conosci, tu, Dafne, quell’antica romanza,
ai piedi del sicomoro o sotto i bianchi allori,
sotto l’olivo, il mirto, o i tremolanti salici,
quella canzone d’amore… che sempre ricomincia?
Riconosci il Tempio dall’immenso peristilio,
e i limoni agri ove affondavano i tuoi denti,
e la grotta, fatale agli ospiti imprudenti,
Dove del vinto drago dorme l’antico seme…
Ritorneranno, sai, quegli dei che tu ognora piangi!
Il tempo sta per ristabilire l’ordine dei giorni antichi,
e la Terra trasale d’un profetico respiro…
Dorme intanto la sibilla dal volto latino
laggiù ancora sotto l’arco di Costantino:
– E nulla ha disturbato il portico severo.
Il capolavoro di Nerval è considerato Sylvie, dove in prima persona, attraverso un narratore fittizio, parla della vana ricerca della felicità che aveva provato da bambino nel Valois. In quest’opera, pubblicata per la prima volta nel 1853, de Nerval conduce il lettore attraverso un complesso percorso di motivi e immagini, intrecciando ai temi classici della cultura romantica spunti che saranno propri del decadentismo. Tra paesaggi naturali e rovine antiche, riferimenti eruditi e suggestioni storiche, questo etereo racconto affiorante dalla memoria di un giovane intellettuale parigino si evolve in un gioco di analogie e salti temporali che ha conquistato scrittori come Proust e Breton, ponendo l’autore a pieno titolo tra gli ispiratori delle maggiori correnti letterarie del primo Novecento. Le donne amate dal protagonista, vera anima della narrazione, si confondono in una nebbia che trasforma la vicenda sentimentale in una tormentata odissea metafisica.
Immagine: Apollo e Dafne di Bernini