martin luther king

UNA PLAYLIST PER IL SOGNO DI MARTIN LUTHER KING

Sono passati 50 anni dall’omicidio di Martin Luther King. Successe a Memphis, il 4 aprile del 1968, lui si trovava sulla terrazza del Lorraine Motel quando venne colpito da due proiettile di fucile. Il responsabile, un suprematista bianco di nome James Earl Ray che venne arresto due mesi dopo mentre cercava di scappare da Londra. E Martin Luther King, anche dopo la sua morte, ha continuato a ispirare i cuori e l’arte, specialmente la musica.

Infatti, proprio il pastore protestante, il leader non violento che radunò al Lincoln Memorial di Washington più di 250 mila persone, e in quella giornata simbolo del 28 agosto 1963, pronunciò il celebre discorso I have a dream, ha influenzato la musica in modo sorprendente. Ovviamente tutte le forme di black music sono rappresentate: dal gospel al blues, dal soul al funk, passando per il jazz, il reggae e l’hip-Hop. Ma non mancano brani folk, pop, country, beat, rock e easy listening. Sulla figura di King hanno inoltre scritto sinfonie, musical e suite orchestrali. Ci sono addirittura canzoni dance, techno, punk ed heavy metal.

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1 – Public Enemy | By the Time I Get to Arizona (1991)
La canzone racconta dell’ex governatore dell’Arizona Evan Mecham, criticato aspramente perché si rifiutò di riconoscere il compleanno di Martin Luther King come festa nazionale. Anche John McCain, senatore dello stesso stato all’epoca, nel 1983 si oppose alla creazione di una festività federale per onorare la sua memoria. Nel 1991, l’Arizona e il New Hampshire erano gli unici due Stati a non riconoscere l’anniversario di Martin Luther King.


2 – Jerry Moore | The Ballad of Birmingham (1967)
Le parole sono di Dudley Randall, una risposta al bombardamento della Chiesa Battista di Birmingham, in Alabama. Era il 1963. Racconta della marcia per libertà degli afroamericani per le strade e di un bambino che vuole unirsi a loro. La mamma però non gli dà il permesso, troppo pericoloso, dice. Preferisce la chiesa, proprio quella che verrà distrutta.


3 –
 Otis Spann | Blues For Martin Luther King (1968)
Uno dei migliori pianisti blues di Chicago ha scritto uno struggente lamento, dopo l’assassinio di Martin Luther King. Era così povero, Otis, che quando morì ci vollero 30 anni perché avesse una lapide, ci pensarono i suoi estimatori. 

Oh, when his wife and kids came down
all they could do is moan
now the world’s in a revolt
because dr. King is gone


4 – Paul Simon | So beautiful or so what (2011)

È il dodicesimo album discografico in studio del cantautore dello storico duo Simon & Garfunkel. Nel testo, una strofa è sull’assassinio di Martin Luther King.

Four men on the balcony
Overlooking the parking lot
Pointing at a figure in the distance
Dr. King has just been shot
And the sirens long melody
Singing Savior Pass Me Not


5 – Bobby Womack | American Dream (1984)

Lì risuona il discorso più celebre I Have a Dream.