COSA DEVE CAPIRE UNA DONNA SECONDO EMMA GOLDMAN
«La storia ci ha insegnato che ogni classe oppressa ha ottenuto la sua liberazione dagli sfruttatori solo grazie alle sue stesse forze. È dunque necessario che la donna apprenda questa lezione, comprendendo che la sua libertà si realizzerà nella misura in cui avrà la forza di realizzarla. Perciò sarà molto più importante per lei cominciare con la sua rigenerazione interna, facendola finita con il fardello di pregiudizi, tradizioni e abitudini. La richiesta di uguali diritti in tutti i campi è indubbiamente giusta, ma, tutto sommato, il diritto più importante è quello di amare e di essere amata. Se dalla parziale emancipazione si passerà alla totale emancipazione della donna, bisognerà farla finita con la ridicola concezione secondo cui la donna per essere amata, moglie e madre, debba comunque essere schiava o subordinata. Bisognerà farla finita con l’assurda concezione del dualismo dei sessi, secondo cui l’uomo e la donna rappresentano due mondi agnostici».
Emma Goldman (29 giugno 1869 – 14 maggio 1940), femminista e anarchica americana, ha vissuto una difficile infanzia – il padre autoritario e conformista, l’ostilità per gli ebrei come lei – e da Kovno, in Lituania, andò con la famiglia negli Stati Uniti quando aveva quindici anni. Leggeva i giornali da giovanissima e si interessava di politica, degli scioperi e incidenti che coinvolgevano i lavoratori, fino a essere testimone di una evento tragico: la morte per impiccagione di cinque rivoluzionari, era il 1887. Fu quello l’evento scatenante e Emma Goldman fece proprie quelle loro idee, entrò negli ambienti anarchici e si innamorò di Alexander Berkman detto Sasha. Diventò lei stessa una rivoluzionaria, ottima oratrice, affascinante, sempre sotto lo stretto controllo delle autorità per via della sua attività instancabile.