SCRITTORI TRISTISSIMI. 9 STORIE
Conosco bene il sentimento di tristezza che ispira la precarietà delle cose, lo provo ogni volta che un fiore appassisce. Ma si tratta di una tristezza senza disperazione, scriveva Herman Hesse, il grande scrittore di Il giuoco delle perle di vetro. E la tristezza è un sentimento ben noto agli scrittori, forse legata in qualche modo alla creatività. Che ci sia una connessione tra le due lo pensavano già gli antichi, che vedevano l’ispirazione come una sorta di follia, di furore poetico, un dono degli dei. E in effetti alcuni degli scrittori più celebri e pieni di talento della letteratura, hanno esperito la tristezza in ogni sua forma, anche in quella della depressione più cruda. Ecco la nostra lista di scrittori tristi.
1. Sylvia Plath
È difficile districare la matassa fatta di tristezza e scrittura, tessuta dalla scrittrice bellissima nata a Boston il 27 ottobre 1932. Ci si può provare leggendo il suo romanzo semiautobiografico, La campana di vetro, pubblicato con lo pseudonimo di Victoria Lucas. Sylvia Plath si suicidò un mese dopo la pubblicazione, aveva solo 30 anni. E i suoi diari, di cui vi abbiamo parlato qui.
2. Tennessee Williams
Drammaturgo, scrittore, sceneggiatore e poeta, Tennessee Williams, che ha scritto grandi libri come Lo zoo di vetro, La maledizione, La rosa tatuata, ha sofferto di depressione tutta la vita. Dipendente dall’alcol e dalle droghe ha passato in clinica un periodo breve nel 1969. Inoltre, l’amata sorella Rose era malata di schizofrenia, cosa che lo segnò profondamente.
3. Arthur Rimbaud
Prodigioso poeta del XIX secolo, giovanissimo, è conosciuto soprattutto per il suo capolavoro, Le Bateau ivre, per il tempestoso rapporto d’amore con il poeta Paul Verlaine (cercò anche di sparargli). Morì giovanissimo dopo strazi e dolori, ed è poeta che con Charles Baudelaire e Gérard de Nerval ha più contribuito alla trasformazione del linguaggio della poesia moderna.
4. Paul Verlaine
Anima tormentata, emotivamente instabile. Celebrato nel corso della sua vita, il successo gli portò pochissima pace. Amori travagliati – oltre il famoso e violento rapporto con Rimbaud –, abuso di droghe e alcol, l’hanno reso il poeta maledetto, che morì in povertà nel 1896.
5. Francis Scott Fitzgerald
Immortale come il suo più celebre personaggio, Jay Gatsby, eroe triste degli anni ruggenti, nella vita è stato non solo triste, ma disperato, colpa soprattutto della dipendenza dall’alcool. Per saperne di più, delle sue luci e delle sue ombre, del suo folle amore per Zelda, clicca qui.
6. David Foster Wallace
Veniamo a tempi recenti, in particolare una data, il 12 settembre 1998, quando lo scrittore di Infinite Jest, Una cosa divertente che non farò mai più, La scopa del sistema, si tolse la vita. Fu un terribile shock. E della sua depressione Wallace aveva già parlato, per esempio qui (tratto da Questa è l’acqua): Prendo gli antidepressivi da, quanto sarà, un anno, e ritengo di avere i numeri per dire come sono. Sono straordinari, davvero, ma sono straordinari come sarebbe straordinario vivere, che so, su un altro pianeta caldo e comodo fornito di cibo e acqua fresca: sarebbe straordinario, ma non sarebbe la cara vecchia Terra. Ormai è quasi un anno che non sto sulla Terra, perché sulla Terra non me la cavavo troppo bene. Diciamo che me la cavo un po’ meglio dove mi trovo adesso, sul pianeta Trillafon, con grande piacere, credo, di tutti gli interessati.
7. Richard Brautigan
Ha sopportato un’infanzia di miseria, abbandonato dai genitori si è spostato negli Stati Uniti fino a fermarsi in Oregon. Ha subito arresti, e in ospedale gli è stata diagnosticata una depressione clinica, trattata con elettroshock. Per tutta la vita dovette lottare contro questo male, e anche contro l’alcolismo. Ingenuo, eccentrico, geniale, icona della controcultura, Brautigan ci lascia libri meravigliosi: American Dust, Pesca alla trota in America, L’aborto. Nell’ottobre del 1984, il corpo dello scrittore fu ritrovato nella sua casa di Bolinas, in California, dove viveva da solo. Vicina, una pistola.
8. Anne Sexton
Ha scritto poesie personale e oneste, capaci di raccontare le mille sfumature dalla vita delle donne: aborto, mestruazioni, masturbazione sono tra i temi entrati nei suoi versi e restituiti al lettore. Ma una depressione maniacale l’ha accompagnata tutta vita e ha influito pesantemente sul suo lavoro poetico. Nel 1967 ha ricevuto il Pulitzer per la poesia, il 4 ottobre 1974 stata trovata morta nel garage di casa, aveva inalato monossido di carbonio.
9. Cesare Pavese
Scrittore tormentato, Pavese ha oscillato tutta la vita tra il desiderio di solitudine e il bisogno degli altri: introverso, ha trascorso un’infanzia difficile perdendo il padre molto presto. Il 27 agosto 1950, in un albergo di Torino lo scrittore si toglie la vita. Ha 42 anni e lascia scritto a penna sulla prima pagina di I dialoghi con Leucò: Perdono a tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi.
10. …
Foto di copertina: Maaike Nienhuis on Unsplash