SANDRO PENNA. IL POETA ESCLUSIVO DELL’AMORE

Io vivere vorrei addormentato
entro il dolce rumore della vita.

Sandro Penna è stato un poeta appartato, scrisse nell’ombra e la sua opera emerse nel Dopoguerra, con le raccolte più importanti: Una strana gioia di vivere (1956) e Croce e delizia (1958). Nella sua città natale trascorse la giovinezza e nel 1929 arrivò a Roma. Scriveva poesie e, al contempo, era impiegato nei più disparati mestieri. Fu Umberto Saba a incoraggiarlo all’inizio, i due erano molto amici. Saba scriveva a Penna: Ho copiato le tue nuove poesie in un fascicoletto che ora gira per le mani dei miei amici. Tutti quelli che l’hanno letto, Stuparic, Giotti e altri che non conosci, sono rimasti entusiasti.

Malato e vagabondo, Penna viveva in pessime condizioni e molti intellettuali dell’epoca espressero – specie su Paese Sera – l’urgenza di prendersi cura di lui, indigente. I suoi ultimi scritti uscirono postumi nel 1976, a pochi mesi della morte vennero pubblicate infatti le raccolte Stranezze e Confuso sogno.

La sua è una limpidezza che ha del miracoloso, che non si sa da dove venga. Facevano parte della sua costellazione poetica alcune stelle fisse, come Leopardi e Rimbaud, ma anche Saba stesso. Era, per se stesso il «poeta esclusivo d’amore», professato per i ragazzi, che erano marinai talvolta, garzoni, adolescenti.

Sandro Penna e Pier Paolo Pasolini

Mai esclusivo, l’amore di Penna, era anche per i luoghi, sempre gli stessi: Roma con le sue strade e piazze, le buie sale cinematografiche, i bar periferici, i tram, i treni, la verde campagna, i ponti, i fiumi, i mari, la sera. Li descrive con un linguaggio fuso che prende dal dialetto, dal quotidiano, ma anche dall’aulico. Vi lasciamo con tre poesie, nel giorno dell’anniversario, trasparenti e misteriose.

Deserto è il fiume

Deserto è il fiume. E tu lo sai che basta
ora con le solari prodezze di ieri.
Bacio nelle tue ascelle, umidi, fieri,
gli odori di un’estate che si guasta.

L’amore in elemosina, solfeggio detto

L’amore in elemosina, solfeggio detto
Oh luce del meriggio senza un cenno.
Ritornerà più tardi, ricco d’ali
l’incendio dei ricordi personali.

Al pari di un profilo conosciuto

Al pari di un profilo conosciuto,
o meglio sconosciuto, senza pari
Fra gli altri animali, unica terra
La tua forma casuale quanto amai.