I GIUSTI, SECONDO JORGE LUIS BORGES

“Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi“, scrisse una volta Bertolt Brecht. E infatti, forse, non ne abbiamo bisogno, è l’opinione di un altro grande della letteratura, Jorge Luis Borges. Considerato a ragione tra i più grandi geni letterari del Novecento, lo scrittore argentino mise in versi la sua idea di bontà e giustizia, di cui siamo depositari tutti, chiunque, tu e noi, tutte le volte che non cediamo all’arroganza ma compiamo un gesto semplice: leggere un libro, regalare una parola gentile, fare bene il nostro lavoro, giocare con il gatto, ricambiare un saluto. Ecco chi sono i giusti, secondo Borges:

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere una etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sud giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che intuisce un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.