SCRIVERE È SEMPRE NASCONDERE QUALCOSA. BUON COMPLEANNO ITALO CALVINO
Dati biografici: io sono ancora di quelli che credono, con Croce, che di un autore contano solo le opere. (Quando contano, naturalmente.) Perciò dati biografici non ne do, o li do falsi, o comunque cerco sempre di cambiarli da una volta all’altra. Mi chieda pure quel vuol sapere e Glielo dirò. Ma non Le dirò mai la verità, di questo può star sicura. Lettera di Italo Calvino a Germana Pescio, Bottino, 9 giugno 1964
Oggi ricorre l’anniversario della nascita dello scrittore di Il sentiero dei nidi di ragno, (Torino, Einaudi, 1947), di Il barone rampante (Torino, Einaudi, 1957), di La giornata d’uno scrutatore, (Torino, Einaudi, 1963) e di tanti altri romanzi e saggi, che abbiamo letto e amato, quando eravamo scolari e anche dopo. Nato a Santiago de Las Vegas de La Habana, suo padre era un agronomo originario di Sanremo, sua madre era di Sassari e insegnava botanica. Di Cuba, lo scrittore ricorda poco o nulla, in Italia arriva nel 1925 quando ha compiuto due anni.
Ricordiamo Italo Calvino con 10 frasi tratte dai suoi romanzi, di quelle che non si scordano mai.
1. La fantasia è un posto dove ci piove dentro.
Da Lezioni americane2. L’uomo porta dentro di sé le sue paure bambine per tutta la vita. Arrivare ad non avere più paura, questa è la meta ultima dell’uomo.
Da Il sentiero dei nidi di ragno3. È dell’uomo attendere. Dell’uomo giusto, attendere con fiducia; dell’ingiusto, con paura. Da Il visconte dimezzato
4. Stavano venendo dei tempi magari più tolleranti, ma più ipocriti.
Da Il barone rampante5. Quando una si è tolta la voglia di tutti gli uomini esistenti, l’unica voglia che le resta può esser solo quella d’un uomo che non c’è per nulla.
Da Il cavaliere inesistente6. E il cemento, lo sa il cemento? Una bella storia anche quella lì, ci prendono alla gola come vogliono, di lì non si scappa, è un monopolio… – e prese a lanciarsi contro la società del cemento, a citare fatti, abusi, contraddizioni.
Da La speculazione edilizia7. Chi ha l’occhio, trova quel che cerca anche ad occhi chiusi.
Da Marcovaldo: ovvero Le stagioni in città8. Era un periodo che non m’importava niente di niente, quando venni a stabilirmi in questa città. Stabilirmi non è la parola giusta Di stabilità non avevo alcun desiderio; volevo che intorno a me tutto restasse fluido, provvisori, e che però non avrei saputo spiegare in che cosa consistesse. Da La nuvola di smog (incipit)
9. Quando ci ritrovammo verso le sei, eravamo entrati in guerra. Era sempre nuvolo; il mare era grigio. Verso la stazione passava una fila di soldati. Qualcuno dalla balaustra della passeggiata applaudì. Nessuno dei soldati levò il capo. Da L’entrata in guerra
10. Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che venga poi scoperto.